Le leggi e le relazioni matematiche che pervadono il mondo fisico vengono digitalizzate e trasformate in modelli informatici; i vari modelli vengono poi assemblati per produrre un flusso continuo di dati rappresentati, a loro volta, in forma sonora.
Le dodici tracce dell’album sono il frutto di un processo di destrutturazione discreta, dal mondo naturale al suo equivalente digitale, e, successivamente, di ristrutturazione continua dal mondo digitale a quello modellato grazie alle nostre intuizioni ed alla potenza di calcolo di un computer.
Il minimalismo elettronico, le distorsioni ed i riverberi, le atmosfere techno, le ritmiche più martellanti ed i toni più morbidi, nulla è lasciato al caso, ma è l’evoluzione di ben definite relazioni matematiche. Da questa perfezione numerica nascono la bellezza e l’armonia delle visioni e dei suoni, sia quelli naturali, che quelli prodotti da un calcolatore elettronico.
Per quanto siano complesse le domande che ci poniamo, esse possono essere sempre decomposte in parti più piccole e semplici ed alla fine scopriremo che il seme che accomuna sia le arti musicali e visive, che la fisica del mondo naturale e le equazioni matematiche di un modello software, è praticamente il medesimo. Le interconnessioni tra i mondi sono molto più frequenti e numerose di quanto riusciamo a percepire con i nostri cinque sensi che, per quanto evoluti, presentano limiti ben definiti. Essi possono essere superati in un unico modo e cioè affidandosi alla propria creatività, alla propria fantasia, al proprio intuito; i quali saranno tanto più determinanti, quanto più riusciremo a creare un legame empatico con il mondo che ci ospita, con le altre creature che lo popolano, con tutte le persone con cui interagiamo quotidianamente.
Tali interazioni si propagano sia nello spazio, che nel tempo, e possono essere rappresentate nella loro forma ondulatoria; a ciascuna onda che si propaga, temporalmente e spazialmente, è possibile associare dei modelli e di conseguenza dei suoni, degli odori, delle sensazioni fisiche, delle forme, dei colori, delle sillabe, delle parole. Alva Noto dà vita, in pratica, a differenti geometrie che possono amplificare il potere dei sensi umani, superandone i limiti materiali.
“Unieqav” è una triplice geometria condivisa: la faccia sonica, quella visuale e quella verbale giocano a rincorrersi, unendosi e separandosi continuamente, creando così le diverse composizioni di quello che non è più un semplice disco, ma che è ormai una creatura dotata di sensazioni proprie. Una creatura che, esattamente come accade a qualsiasi essere di questo pianeta, è in grado di interagire con il mondo esterno, in particolare con gli ascoltatori o gli spettatori di uno show dell’artista tedesco, andando a definire dei legami, suscitando delle emozioni di gioia o sofferenza, ponendo delle domande e suggerendo, per quanto possibile, delle direzioni.
È la nostra capacità critica, il nostro desiderio di verità, la necessità di armonia e giustizia, che ci rende umani.
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