Il tecno-capitalismo non distingue tra il giorno e la notte; se ne frega delle ore di lavoro e di quelle di svago; delle ore dedicate a noi stessi e di quelle spese accanto ai nostri cari; non ha nessuna intenzione di distinguere tra la sfera personale e quella collettiva. Il tecno-capitalismo si arricchisce e prospera conquistando, in maniera lecita o illecita, in modo esplicito o subdolo, i nostri dati. Un semplice “like”; una ricerca on-line; la prenotazione di un volo, un ristorante o un albergo, rappresentano il “valore” e noi, in quando creatori di tale “valore”, siamo i tecno-proletari, cioè coloro che la nuova classe padronale intende sfruttare, sotto-pagare ed avere al proprio servizio.
Ogni volta che siamo connessi con uno smartphone o un pc, un tablet o una smart tv; ogni volta che utilizziamo un’app, produciamo ricchezza per qualcun altro, indipendentemente se siamo a casa o al lavoro, al cinema o in viaggio, se siamo soli o in compagnia. La parte della giornata, nella quale, per ore, non possiamo produrre “valore”, è quella che dedichiamo al sonno.
L’obiettivo del tecno-capitalismo, nel prossimo futuro, è quello di fare in modo che le persone comuni possano continuare a fornire dati utili anche quando dormono. Sarebbe stupendo se, durante i loro sogni, potessero continuare ad accedere ai vari social network o alle piattaforme di streaming; se potessero continuare a cercare, prenotare ed acquistare oggetti e servizi on-line; se potessero continuare a desiderare e, di conseguenza, a fornire dati utili ai tecno-padroni.
L’insieme dei nostri sogni è un altro Universo; un sistema isolato nel quale, è noto, sussiste un impedimento fisico a trasformare tutta l’energia, contenuta nel sistema stesso, in lavoro. Insita in tale sistema isolato è la necessità di avere, tra i nostri sogni, l’equivalente onirico dell’entropia, qualcosa che possa opporsi e rovinare i micidiali piani del tecno-padronato: un Freddy Krueger che sia in grado di ribellarsi a questa pericolosa e malsana accumulazione di “valore” e causi scompensi e perdite nei bilanci dei padroni. Per quanto questi ultimi tenteranno di porre fine alla sua esistenza, per quante volte lo uccideranno, Freddy ritornerà, puntualmente, a turbare le loro e le nostre notti, perché, come è ampiamente noto, in un processo ciclico – quale, appunto, è il sonno – è impossibile convertire tutto il calore in lavoro, senza una pur minima variazione dell’ambiente; di conseguenza l’entropia non può altro che aumentare ed il nostro baluardo contro le ingiustizie, il nostro Freddy Krueger, è destinato a diventare sempre più forte e spietato nel mandare all’aria i piani del tecno-padronato.
Uno, due, Freddy viene per te,
tre, quattro, meglio chiudere la porta
cinque, sei, il crocifisso tieni stretto,
sette, otto, rimarrò sveglio fino a tardi,
nove, dieci, non dormirai mai più!
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