giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

L’Abisso, Diaframma

Mik Brigante Sanseverino Novembre 23, 2018 Dischi Nessun commento su L’Abisso, Diaframma

La mente umana, per sua natura, moltiplica ciò che le accade o che teme le possa accadere. E così ogni timore, ogni insicurezza, ogni esperienza dolorosa, si può trasformare, senza bilanciamenti, in un enorme vuoto, un abisso, nel quale si rischia, continuamente, di cadere e non uscirne più sani.

Le paure che attanagliano l’animo umano, oggi, in questa società così fluida, così transitoria, così tramortita dai suoi eccessi, così dipendente dalle nuove droghe tecnologiche, dal flusso interminabile di byte che invade e violenta ogni nostra intimità, sono molteplici. Innanzitutto ci fa paura il tempo trascorso; i ricordi ci terrorizzano, la memoria ci imprigiona, il peso degli anni ci risulta insopportabile; siamo obbligati a vivere in un mondo dove tutto invecchia precocemente, dove dobbiamo avere ciò che desideriamo e dobbiamo averlo subito, ma poi, dopo appena un minuto, non ci piace più, lo consideriamo già vecchio, lo mettiamo da parte o, ancor peggio, lo buttiamo via. Questo approccio divoratore contraddistingue il nostro comportamento, non solo verso gli oggetti che possediamo o le attività in cui siamo quotidianamente impegnati, ma anche, purtroppo, verso le persone. I rapporti umani, i legami d’amore ed amicizia, è tutto così terribilmente transitorio; qualsiasi esperienza serve semplicemente a nutrire un ego affamato e annichilito dalla solitudine.

Sono queste le tematiche che investono, come un fiume in piena, il nuovo album di Federico Fiumani. Camminiamo su un filo sottile, attorno al quale ci sono due voragini: una è l’assenza di presente e la paura di affogare in questo tempo senza memoria che consuma tutto quello che tocca; l’altra è la società neo-liberista che domina e controlla il pianeta e la paura di affogare tra le sue diavolerie tecnologiche.

Federico disegna due voragini, due abissi in grado di risucchiarci: uno è nel nostro inconscio e l’altro insito nel mondo che abbiamo costruito. La salvezza può essere solo nella capacità di rallentare; nella capacità di impadronirci nuovamente del nostro tempo presente; nella capacità di fare dei propri ricordi e della propria memoria una risorsa a servizio della propria creatività. Le canzoni di un disco, in tal senso, possono essere uno dei metodi più efficaci per consentire a questo disperato tempo artificiale di rallentare e ritornare in sintonia col tempo della natura. L’uomo moderno, purtroppo, si è irto su un piedistallo al silicio; si sente figlio prediletto di questo Dio Tecnologico e si nutre della sua convinzione di superiorità, una condizione estrema nella quale non ha bisogno né di chiedere perdono, né di scendere a compromessi, perché gli è tutto dovuto, gli è tutto automaticamente perdonato. È così che finiamo prigionieri di questi molteplici imperi del male che noi stessi creiamo nelle nostre abitazioni, sui luoghi di lavoro, nell’intimità dei nostri rapporti affettivi; imperi basati sulle nostre follie, sui nostri comportamenti assolutisti, sulle falsità con cui vogliamo convincerci di stare bene.

Ma non è così, non stiamo affatto bene, abbiamo parecchia angoscia in circolo nelle nostre vene sempre più rigide ed ostruite.

In uscita il 7 Dicembre su A Buzz Supreme.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.