giovedì, Dicembre 26, 2024
Il Parco Paranoico

Occhi paranoici

Mik Brigante Sanseverino Novembre 26, 2018 Playlist Nessun commento su Occhi paranoici

“Forse non si desiderava tanto essere amati, quanto essere capiti.” ( “1984”, George Orwell)

Il Valhalla è stato occupato, nessun martello ha potuto impedire che succedesse. Un’orda disumana di virus informatici e malefici worms, vermi cibernetici dal cuore oscuro, si sono presi i nostri nomi, le nostre relazioni sociali ed affettive, le nostre preferenze, i nostri desideri. (Immigrant Song, Led Zeppelin)
Ora siamo completamente nudi ed indifesi davanti loro occhi elettronici; nessuna verità da scoprire, nessuna menzogna da celare, nessuna dignità da proteggere. Una volta il male risiedeva nei meandri delle anime più marce, oggi si nasconde dietro una faccina sorridente. (South Of Heaven, Slayer)
Si son portati via il tempo: il passato ed il futuro. È sempre oggi, ogni altro tempo è avvolto in nebbie impenetrabili. È questa la loro più grande forza: scandire le giornate, renderle identiche, cancellare tanto la nostra memoria, quanto i nostri sogni. Ci somministrano i ricordi e ci somministrano pure i desideri. (Testify, Rage Against The Machine)
Ma stanotte ho fatto un sogno, lì non possono ancora arrivare, almeno per ora. Ho sognato che stavamo assieme, che non avevamo più paura l’uno dell’altro, che il Cane teneva per mano la Pecora; ho sognato i nostri pugni alzati al cielo. (Ten Thousand Fists, Disturbed)
Ho sognato che non esistevano più prigioni, nessun uomo incarcerato per crimini che non ha mai commesso; ho sognato che tutti noi potevamo sentire il sole scaldarci i volti, la pioggia bagnarci le guance, il vento passare attraverso i nostri capelli. (Exploder, Audioslave)
Ed ho sognato anche i tuoi capelli castani, li vedevo agitarsi orgogliosi e convinti delle proprie verità, senza accorgersi che, spesso, il vento muta direzione, gioca a confonderci, a farci ascoltare parole fasulle e spingerci verso l’epilogo, il suicidio di tutte le nostre promesse. (Bodies, The Smashing Pumpkins)
Ciò che ci frega, ciò che ci imbroglia, ciò che ci fa perdere, siamo semplicemente noi, con la nostra ingenua ed innaturale superbia. Ci convinciamo di poter controllare il nostro destino, di poter decidere ogni singolo passo, ma è solo una falsa, una maschera che ci ostiniamo, stupidamente, a portare. Inizieremo a vivere solo quando la getteremo via, se non sarà troppo tardi. (Panic Attack, Dream Theater)
Perché farci così male? Non ci bastano le eminenze grigie che pianificano, dall’alto, le nostre esistenze? Perché contorcere le nostre menti dietro prese di posizione e autoritarismi vani, quando, invece, i veri burattinai sono altrove? Ti hanno accecato se credi davvero che sia stato semplicemente io a distruggere i tuoi sogni. (Masters Of Puppets, Metallica)
Ti costringi a bere tazze e tazze di dolore, semplicemente perché hai paura di ammettere la verità, di guardare con occhi distaccati il fluire immoto delle tue giornate. Chi credi abbia piazzato filo spinato attorno ai tuoi pensieri? Chi credi abbia minato il tuo campo e non ti lasci muovere liberamente? (Last Cup Of Sorrow, Faith No More)
Credo sia arrivato il momento di tagliarlo questo cordone ombelicale, per sempre. È passato il tempo in cui lo lasciavi cadere dal balcone della tua stanza, in maniera che qualcuno si arrampicasse. Sai ciò che vuoi? Sai quello che ti fa star male e quello che, invece, ti fa sentire al sicuro? (Heart-shaped Box, Nirvana)
Il momento è ora. Hai chiuso porte per finta, hai nascosto chiavi per finta, hai bevuto vino per finta. Ora non c’è più spazio per le ipocrisie ed i sorrisi di circostanza. La notte è lunga, le porte verranno chiuse per davvero. Chi ha ancora coraggio, lascerà una bottiglia di vino, in attesa, là fuori, nonostante il buio, nonostante il freddo. (After Hours, The Velvet Underground)
La speranza è quella di ritornare a com’eravamo prima della tempesta artificiale che ci ha travolto, di ritrovare, nonostante gli attacchi d’ansia e questi occhi paranoici che ci fissano dall’alto, la via di casa (Ratamahatta, Sepultura)

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.