Un album dei Massimo Volume è sempre attuale, non può mai invecchiare, perché il tema centrale non è mai legato allo spazio o al tempo, soggetti per loro natura a mutevoli cambiamenti, ma è connesso strettamente ai sentimenti che si agitano nell’animo umano; i quali, indipendentemente dall’epoca storica a cui facciamo riferimento o al contesto nel quale ci muoviamo, sono sempre gli stessi. Amore, odio, rabbia, passione, dolore, felicità, le canzoni dei Massimo Volume sono un susseguirsi di emozioni che se ne fregano del tempo che passa e delle coordinate geografiche, ma naufragano nel mare, a volte quieto, spesso agitato, delle nostre verità.
Le stesse verità di cui, oggi, sempre più frequentemente, abbiamo paura e preferiamo, di conseguenza, travestire e truccare, fingendo di vivere vite che non sono le nostre, di provare sentimenti che non sono i nostri, di nutrire convinzioni che non sono le nostre, di custodire sogni che non sono i nostri, di possedere schemi mentali che non sono i nostri. Ecco perché finiamo per perderci tra le onde; rinunciamo a ciò che siamo; a ciò che possediamo; persino a chi abbiamo amato e che ha ricambiato il nostro amore, semplicemente perché sarebbe difficile e complicato sopportarne il peso e la grandezza. Meglio vivere un perenne inverno, meglio coprire tutto sotto uno strato di foglie morte, meglio accontentarsi delle rovine di una casa distrutta, meglio convincerci che non sia stata colpa nostra. Ed allora prendiamocela con il destino, con il fato avverso, con quella dispettosa Signora del Caso.
Le atmosfere lisergiche, le sonorità cupe, il ricordo lontano di un mondo che non esiste più e delle sue sfumature noise e post-punk, si trasformano in una preghiera laica, in un’invocazione a ciò che ancora di puro ed incontaminato risiede nell’animo umano, nonostante le spinte omologatrici e materialiste che pervadono la società occidentale, la quale tende a sostituire le complesse, contraddittorie, affascinanti e molteplici individualità con un’unica verità collettiva, buona per qualsiasi latitudine e per qualsiasi stagione; disposta, pur di affermare sé stessa, a qualsiasi ingiuria, a qualsiasi violenza. In questo mondo plastificato e finto, è difficile restare a galla e non affondare. Il nuotatore deve avere la forza di farlo, deve avere il coraggio di raccontare, in versi ed in musica, le proprie solitudini ed i propri silenzi, mentre, nel frattempo, la furia degli oceani si sta abbattendo, inesorabile, su tutto ciò che fa parte del suo mondo, anche a prezzo di fargli perdere ogni cosa, ogni legame, ogni affetto e lasciarlo in balia delle onde.
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