Spesso, in passato, le avventure di Dorothy nel fantastico mondo di Oz si sono prestate ad una lettura alternativa attraverso le lenti della psichedelia. Dorothy compie un viaggio e ciascuno dei fantasiosi personaggi che entra in scena rappresenta un diverso aspetto di questa sua esperienza extrasensoriale. Ma, allo stesso tempo, essi sono anche le ombre malevole, i riflessi oscuri delle ansie e delle paure quotidiane, che tentano di frenarla, di ostacolarla e di impedire questo suo pellegrinaggio mentale verso la luminosa città di smeraldo.
Se fosse tutto un sogno? Baum scrive che i papaveri scarlatti stavano prendendo via, via il sopravvento su tutti gli altri fiori, facendo sprofondare la ragazza in un sonno profondo. Tante volte si è cercato di stabilire una connessione tra la controcultura hippy ed il mondo di Oz, raffigurando il mago come una sorta di guru-stregone. La sua città, la sua casa, la città di smeraldo, è il luogo in cui è possibile procurarsi tutto ciò di cui abbiamo bisogno – ma nulla può essere gratuito, neppure ad Oz; il verde degli smeraldi, infatti, richiama il verde dei dollari senza i quali sarà impossibile ottenere le once (in inglese è esprimibile, appunto, come “oz”) di ciò che si desidera. Le perfide streghe dell’Est e dell’Ovest rappresentano i poteri occulti che gestiscono e controllano il traffico degli stupefacenti, sottomettendo le scimmie volanti, un tempo creature libere e pacifiche, trasformate, a causa dell’abuso di droga, nel proprio esercito personale. Perché Baum ha scelto proprio le scimmie? Forse perché sono citate nel celebre modo di dire “avere le scimmie sulla schiena”?
Gli stessi compagni di viaggio di Dorothy, il Leone Codardo, lo Spaventapasseri e l’Uomo di Latta simboleggiano tre diversi aspetti nei quali si trova a vivere l’abituale consumatore di droga. La paura di restare senza soldi e di non poter più saldare i propri debiti e fare, di conseguenza, una brutta fine (il Leone Codardo); il malessere, la sofferenza, la debolezza che ci tolgono le forze, rendendoci impossibilitati a controllare il nostro stesso corpo (il Taglialegna di Latta); l’alterazione dei normali schemi mentali, la capacità di intuire incredibili dettagli e verità nascoste, ma allo stesso tempo di perdere completamente il quadro della realtà (lo Spaventapasseri).
E proprio lo Spaventapasseri, “the scarecrow”, non è uno dei personaggi più cari alla poetica barrettiana?
Abbiamo scelto alcune canzoni nelle quali l’impronta del mago è riconoscibile e presente ed altre, invece, che, secondo noi, starebbero molto bene nel mondo di Oz. Buon ascolto.
Comments are closed.