domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Mysterium Tremendum, Lord Dying

Mik Brigante Sanseverino Giugno 5, 2019 Dischi Nessun commento su Mysterium Tremendum, Lord Dying

Metallo e fuoco, suoni muscolari e massicci, che non temono assolutamente di scandagliare i mondi ombrosi che esistono in ciascuno di noi. Il disco prende man, mano corpo, passando dalle atmosfere più rarefatte a quelle più ardenti e pesanti che assumono la forma di glaciali dita metalliche e scandagliano, inquiete, la nostra mente, spingendola a varcare la soglia delle sue primordiali paure e delle sue irrazionali follie. Anche la voce subisce, contemporaneamente, la medesima evoluzione, passando dalle armonie e melodie più pulite alle urla più dirompenti e rabbiose.

I Lord Dying si muovono, con agio e precisione, tra le sonorità metal, tra le loro sfumature più oscure e luminose, alterando con sapienza parti più lente e più veloci, più morbide e più ruvide, senza disdegnare l’assimilazione nel loro sound di atmosfere e passaggi fortemente psichedelici, progressive ed evocativi. Ciò riesce a dare a quello che è, senza alcun dubbio, un eccezionale album metallico, un’aurea più audace e sperimentale, che rende l’intero lavoro molto accattivante ed in grado di attirare ascoltatori che non provengono, necessariamente, solo dalle oscure lande dell’heavy metal. Il terzo disco della band di Portland, dunque, è un opera finalmente matura e trasversale, capace di uscire dai ristretti spazi in cui – spesso – finiscono per richiudersi le band doom o heavy, e donare vitalità, imprevedibilità e poesia ad un genere che, a volte, in maniera troppo superficiale e scontata, viene considerato finito.

Dal punto di vista tematico “Mysterium Tremendum” volge il suo sguardo ai misteri della vita; a ciò che trascende la nostra stessa esistenza ed alla sua fine. Temi che scrittori, musicisti e poeti hanno affrontato innumerevoli volte in passato nelle loro opere, ma i Lord Dying lo fanno con semplicità e con una musica eccellente, intensa e vibrante, che riesce ad evocare negli ascoltatori paesaggi epici, a partire sin dalla prima traccia del disco, la dolce e magmatica “Envy The End”. La band non disdegna assolutamente inserire, via, via che il viaggio prosegue, elementi rock-blues, folk e noir; ciò fornisce spessore e drammaticità alla storia e permette alle nostre coscienze di interagire con i concetti assoluti dello Spazio e del Tempo, mentre la dolcezza del suono si trasforma, in maniera progressiva, in un vero e proprio muro di chitarre, nell’attesa che, alla fine, giunga il suo momento, quello della signora vestita completamente di nero.  

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.