Questa storia inizia un po’ di tempo fa – vent’anni fa, per l’esattezza, da quando fu pubblicato il loro primo ed omonimo album.
Parole semplici, un linguaggio essenziale, un messaggio diretto, una musica che in parte guardava al groviglio di passione e dolore che era ormai diventata Seattle dopo quel fatidico 5 Aprile del 1994 ed in parte sfidava l’asfissiante torpore di casa nostra. Saremmo potuti affogare e non ce ne saremmo affatto accorti, troppo impegnati a rincorrere il passato oppure a copiare male ed in fretta miti e paesaggi che non sarebbero mai potuti divenire i nostri.
La musica abrasiva e malinconica dei Verdena – un veleno che penetra sempre più a fondo nella carne, un veleno dal sapore dolciastro, lo stesso sapore che riempiva la routine quotidiana delle nostre case, delle nostre scuole, dei luoghi di lavoro, delle serate trascorse in giro con gli amici – si sarebbe immediatamente trasformata nella via di fuga più consona per lasciarsi alle spalle le opprimenti, ammorbanti e ripetitive litanie sullo stramaledetto Millennio giunto al termine, sulle insidie nascoste nel futuro, sui bugs che avrebbero ridotto in cenere le nostre cattedrali tecnologiche.
Il disco, prodotto da Giorgio Canali, era dominato da atmosfere oscure e claustrofobiche, ricco di sonorità grezze e distorte che esaltavano i sapori ed i profumi della sala prove e della strada. Lasciarsi traportare dall’amore è come affogare, ma è un affogare dolce, nonostante qui di dolcezza ce ne sia ben poca. Nulla ci travolge, nulla ci stupisce, nulla fa sì che le nostre parole, anche se vengono urlate, possano distinguersi dal rumore di fondo. Meglio sprofondare in un’unica immagine, nella visione che ho di te, nello spazio che i tuoi occhi hanno lasciato vuoto e che ora viene riempito dalla chitarra, dal basso e dalla batteria, trasformando il malessere in una strada da percorrere, mentre nel frattempo tutt’intorno il mondo sembra sempre più in preda ad una irrazionale agitazione che rende le persone sempre più sole, confuse e disperate.
A distanza di vent’anni, quindi, verrà pubblicata un’edizione celebrativa di “Verdena” nella quale accanto all’album originale ci saranno brani inediti, versioni demo, acustiche e live. Un’occasione unica per ascoltare un disco davvero bello, nel quale la dolcezza e l’amarezza sono imprescindibili l’una dall’altra; quando perdiamo ciò che più amiamo veniamo assaliti dal vuoto, rischiamo di essere risucchiati e scomparire, di perdere ogni emozione, di non provare più alcun sentimento. In questi casi, quando scendiamo così in basso, solo un colpo allo stomaco può darci una mossa, può farci sentire ancora vivi ed obbligarci a riprendere il controllo delle nostre vite. Questo disco è il colpo di cui avevamo bisogno, allora come adesso.
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