venerdì, Novembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Interstellar Voodoo, Saint Karloff

Mik Brigante Sanseverino Ottobre 28, 2019 Dischi Nessun commento su Interstellar Voodoo, Saint Karloff

“Interstellar Voodoo” è un viaggio, a bordo di un’unica canzone di circa 40 minuti, attraverso le nebulose psych e stoner rock, guardando sia alla stella polare dei Kyuss, che a quella ugualmente luminosa dei Black Sabbath, mentre sullo schermo delle nostre coscienze prendono forma le creature mostruose care all’immenso Boris Karloff e al cinema horror di culto degli anni Trenta e Quaranta.

L’unico brano corre attraverso le pieghe della galassia, tra riff fragorosi, una linea di basso possente, alternando passaggi metallici ed atmosfere acide e psichedeliche. La band norvegese utilizza al meglio le classiche sonorità stoner e doom, psych e post-rock, per dare vita a questo suo voodoo personale, che si trasforma in una festa cosmica nella quale puoi scambiare due chiacchiere con Ozzy o il dottor Victor Frankenstein oppure puoi perderti nel vuoto che, spesso, riempie le nostre anime, mentre gli Sleep danno vita ad una jam session infernale.

Tutto estremamente arduo e sperimentale, ma che, alla fine, è fatto di lacrime e fatica, di sudore ed impegno e che rappresenta un’enorme prova d’amore verso la musica, offrendo un album il cui obiettivo principale è, appunto, quello di colmare i buchi neri che corrodono e corrompono le nostre esistenze. Sono questi, infatti, i veri mostri che rischiano di annientarci e portarci via tutto ciò di cui abbiamo bisogno: mostri che hanno la faccia delle buone maniere e delle frasi di circostanza, che offrono un buon lavoro, un mutuo a tassi vantaggiosi, una vacanza all’estero, un abbonamento alla tv satellitare, ma che, allo stesso tempo, sradicano, uno ad uno, i nostri sentimenti ed i nostri sogni, trasformandoci in creature avide ed ipocrite, fredde e chiuse nel proprio piccolo minuscolo e monotono mondo fatto di ritmi e comportamenti sempre identici. Quando più nulla sarà in grado di farci restare a bocca aperta, quando più nulla ci farà piangere e sorridere, quando nessuna musica sarà più in grado di entrarci dentro, allora la trasformazione sarà davvero completa: gli zombi, quelli veri, sono davvero tra noi.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.