Il duo francese degli Alcest ammorbidisce e dilata le sonorità oscure e black metal di base arricchendole di elementi stoner rock e lisergici che rendono il suono più dinamico e misterioso ed inoltre contribuiscono anche a dare maggiore enfasi e risalto ai testi di “Spiritual Instinct”.
Non dobbiamo arrenderci al lutto, come vorrebbero costringerci a fare le creature della notte, esseri fatti solo d’ombra che si insinuano tra i nostri pensieri ed i nostri sentimenti, minano ed indeboliscono le nostre certezze e risucchiano tutta la nostra energia vitale. Il mondo degli Alcest è perennemente in bilico tra la speranza e la resa completa, tra le atmosfere più classiche, armoniose e melodiche e quelle più metalliche, distorte e roboanti. Non ci sono più certezze, purtroppo; la strada non è mai quella che sembra, così come le narrazioni sonore cambiano improvvisamente: curve ed ostacoli, muri e barriere, minacce ed ambiguità compaiono sul nostro cammino. Forse la salvezza è nell’essenza di noi stessi, nelle nostre radici più pure ed incontaminate, nel caos selvaggio del black metal che, però, la band francese mostra di saper dosare ed equilibrare con il proprio presente ed il proprio recente passato.
Gli Alcest dipingono un mondo di tonalità grigie ed atmosfere glaciali, in cui un inverno perenne spinge gli uomini verso la follia, mentre bestie feroci combattono per accaparrarsi quel poco che la terra malata ha da offire. Poi all’improvviso in un queste solitarie lande darkware scoppia il fuoco bruciante del metallo liquido ed incandescente, la terra si spacca, l’aria inizia a bruciare, il fuoco ingoia gli alberi rinsecchiti, mentre la sfinge risorge dalle ceneri del tempo. La nuova creatura, la nuova musica, l’intreccio di ciò che è stato e ciò che sarà, il simbolo del processo catartico di rinascita che ha avvolto gli Alcest ed il loro mondo.
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