Una tavolozza di malinconia, cieli plumbei e la necessità di esprimere i propri sentimenti prima che sia troppo tardi e l’urgenza del Tempo annienti tutto ciò che ci sta a cuore, sono gli ingredienti principali di questo lavoro degli irlandesi The Murder Capital, “When I Have Fears”. Da un punto di vista sonoro, invece, sono evidenti le trame post-punk delle chitarre mescolate alle nostalgiche sfumature di piano e violino che ci riportano verso il mondo dei Joy Division.
La band irlandese riesce a costruire, in funzione del brano, atmosfere differenti: se “More Is Less” o “Feeling Fades” sono più intense, nervose ed arroventate, “Slowdance” parte I e II danno vita ad un muro sonico carico di passione darkwave e gothic rock, “Twisted Ground” è pura melodia e necessità di guardarsi dentro ed affrontare le proprie paure. Paure che possono anche portare a scelte estreme come quella di rinunziare a vivere e combattere, ma seppur in certi passaggi sembra quasi che The Murder Capital vogliano assecondare il destino – che appare come un enorme masso a cui
non possiamo opporci, perché esso ci travolgerà comunque – il messaggio finale, affidato alla conclusiva “Love, Love, Love”, è di affidarsi all’unica forza capace di costruire legami più forti del tempo e persino della morte, a patto che non ci facciamo prendere dal potere erosivo e corrosivo della modernità fluida di questi tempi ipersonici e riusciamo a tenerci vicino tutte le persone che ci stanno a cuore.
La fine diviene qualcosa di concreto ed imminente, come suggerisce lo stesso titolo del disco – ispirato ad una poesia di Keats. L’altro lato è già qui, accanto a noi da sempre e solo se avremo qualcuno a cui stringer la mano, riusciremo a non esserne immediatamente risucchiati dal mondo spettrale che si agita inquieto in “Green & Blue”, mentre tutto ciò che siamo, tutto ciò che abbiamo fatto, tutto ciò a cui abbiamo rinunziato, tutto ciò che abbiamo desiderato, si trasforma nelle immagini in chiaroscuro che restano scolpite nelle nostre menti.
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