Per chi non lo sapesse The Legendary Pink Dots è una band che gira il mondo dall’80 e che ha attraversato il rock d’avanguardia e la psichedelia, il post-punk ed il dream-pop, costruendo, nel tempo, un proprio universo sonoro fatto di suoni oscuri, a volte minimali, testi criptici, corse improvvise verso i limiti sconosciuti del cosmo, inattese armonie che potessero rendere meno sinistre e dolorose le insignificanti e trascurabili esistenze umane.
La loro musica, anche in questo nuovo album, “Angel In The Detail”, è costituita da diversi strati intrecciati tra loro, apparentemente sembra che sia facile districarsi nel labirinto di atmosfere surreali, improvvisazioni psichedeliche, dinamismo funky e ripetuti campionamenti, ma poi ti ritrovi a vagare in territori inesplorati e misteriosi, eppure all’inizio ti sembrava tutto così rassicurante, tutto così familiare. All’inizio era tutto così luminoso, così visceralmente barrettiano, ma adesso ci ritroviamo tra suoni e rumori sperimentali, voci contorte e devianti. Stiamo sognando? Cosa accadrà se riapriremo gli occhi? Quale diavoleria tecnologica ci ha condotto così lontano da casa?
Il conflitto tra i veri ed essenziali bisogni umani e la società iper-tecnologica in cui viviamo ed a cui, spesso, ci pieghiamo e conformiamo, agita le viscere di “Angel In The Detail”, perché c’è l’amara consapevolezza che, ormai, non solo le nostre piccole scelte, ma anche le scelte più grandi, compiute dalla società e dalla politica, sono volte, soprattutto, a preservare la dimensione tecnologica delle nostre esistenze, quelli che consideriamo elementi indispensabili delle nostre vite, tralasciando sempre più l’aspetto relazionale e sociale che, invece, è quello che caratterizza e distingue gli esseri umani. Da ciò vengono i suoni cupi e spigolosi del disco, il minaccioso minimalismo di fondo, le sbrigative e violente dissonanze pinkfloydiane, che colorano il presente, ed ancor più il futuro, di tinte fosche e pessimistiche. Persino l’amore, il sentimento più puro, diviene qualcosa di configurabile ed artificiale, impostabile a proprio piacimento, servendosi di un semplice manuale d’istruzioni, mentre la nostra umanità, intanto, va sempre più a farsi fottere su isole sperdute nelle profondità recondite della galassia sulle quali, forse, solo un angelo potrebbe arrivare.
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