“All Is Lost” è un disco caldo e vibrante nel quale la cantante Marissa Allen dà un’ottima prova delle sue qualità vocali, riuscendo ad essere suadente ed intensa, pulita, ma senza perdere in forza ed espressività, mentre la band intreccia, attorno alle sue parole, trame ipnotiche e psichedeliche, che prendono il meglio dei suoni acidi degli anni Sessanta e li miscelano con le loro chitarre accattivanti e viscerali, più vicine alle sonorità ed ai riff dello stoner rock. I Dead Feathers hanno saputo reinterpretare e fare propri stili musicali già abbondantemente proposti ed esplorati in passato: psichedelia, rock-blues e stoner rock sono gli ingredienti principali della band proveniente da Chicago, ma è innegabile che abbiano creato una propria originale miscela degli stili di riferimento, riuscendo ad essere, allo stesso tempo, sensuali e malvagi, attraenti ed oscuri.
Le parole di Marissa sono, spesso, dure e taglienti, sferzano le nostre fragili anime come una dannata ed infernale bufera, ma la sua passione, il suo amorevole soffio, riesce, nonostante l’inquietudine ed il gelo, a dare calore alle nostre anime solitarie. La pistola è fumante, ma noi siamo salvi, siamo ancora qui e possiamo lasciarci condurre nei meandri più riflessivi dell’album, lasciando che la musica scavi nei nostri stessi sentimenti, liberandoli dalle catene con cui, sempre più spesso, li teniamo attaccati a ciò che pensiamo essere più opportuno, più semplice e meno costoso in termini di impegno e di volontà.
In fondo l’obiettivo principale della musica rock è proprio quello di dare sfogo alle emozioni celate; è quello di liberare le persone, di prospettare loro un’esistenza diversa da quella che sono convinti di dover condurre per essere felici. Un concetto che può essere considerato vecchio, ma che è sempre attuale e che i Dead Feathers riescono ad interiorizzare, con naturalezza, nella propria musica, riuscendo così a tracciare un percorso di luce sullo sfondo cupo e nebuloso del loro stoner distorto, ricco di feedback e riff minacciosi.
“All Is Lost” è un album da ascoltare dall’inizio alla fine, in cui ogni momento, non importa se esso sia più rabbioso o se più meditativo, rappresenta un’evoluzione necessaria del cammino che è, appunto, quello di esprimere sé stessi ed il proprio sentimento nel modo più efficace e travolgente possibile.
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