I canadesi Völur e gli americani Amber Asylum condividono una visione sperimentale ed ancestrale del doom, mescolando alle sonorità pesanti e fosche, tipiche del genere, elementi neoclassici e folk, ambient e psichedelici.
“Breaker Of Rings” è la storia di una grande battaglia narrata dai Völur, una battaglia sospesa tra passato e futuro. La trepidazione e la paura che attanagliano l’anima del guerriero si manifestano e prendono la forma di suoni oscuri e per certi versi epici. Doom, epic e folk metal si fondono tra loro e si trasformano nel magma nero che travolge ogni cosa, lasciando dietro di sé solamente morte e distruzione. Il Destino diviene l’unica forza a cui, non solo gli uomini, ma persino il Tempo e la Natura, sono costretti a piegarsi. Viene rappresentato come una divinità implacabile e nefasta, dinanzi alla quale il guerriero lotta e combatte, pur sapendo di dover soccombere. Ma è proprio questo suo sacrificio estremo a renderlo finalmente libero e a dare alla sua vicenda uno spessore umano e civile straordinario. Egli decide, pur sapendo di perdere, di non darsi per vinto, ma di opporsi a ciò che ritiene essere ingiusto per sé e per color che gli sono a fianco.
Gli Amber Asylum introducono nel loro “Blood Witch” la componente passionale e femminile che manca nelle storie guerriere ed eroiche cantate dai Völur. L’elemento magico e surreale, la realtà che si intreccia al sogno, la presenza di forze misteriose che prescindono gli stessi concetti di vita e di morte, rappresentano il background del viaggio mistico descritto dalla band americana. La morte non è in battaglia, ciò che mette in pericolo il nostro mondo è la paura di perdere ogni cosa pensiamo di possedere; una paura che si trasforma in un morbo invincibile e che assume le sembianze della pazzia; ma possiamo ancora salvarci, possiamo ancora sottrarci a questo destino ostile. La salvezza non è in noi, bensì nell’amore, ovvero nella capacità di guardare al fuori di sé, oltre i propri limiti e le proprie convinzioni e trovare nell’altro, in chi ci è vicino, una ragione di vita.
Sia in “Breaker Of Rings”, che in “Blood Witch”, è necessario, quindi, un atto di coraggio finale: la volontà di rinunciare alla nostra vita, al nostro tempo, ai nostri spazi, per gli altri; solo attraverso questa scelta consapevole l’uomo può riconquistare e mostrare la propria superiorità rispetto le forze cieche ed irrazionali che pervadono le pieghe più oscure dell’universo.
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