“Section” è un disco che si mostra al meglio nelle notti dal cuore cupo e torbulento, quelle in cui il Tempo perde la sua consistenza e la sua deplorabile urgenza. Tutto ciò che ci circonda appare molto diluito, essenziale e sfumato, mentre, intanto, balliamo, muovendoci con leggerezza, come se fossimo le esili ombre di qualcosa che è già avvenuto o forse non avverrà mai; come fossimo le tracce di pensieri che risuonano nell’aria rarefatta.
La band svedese ama mescolare la melanconia gotica con le taglienti sonorità post-punk, guardando un po’ agli anni Ottanta dei Tre Ragazzi Immaginari, dei Joy Division o dei Depeche Mode, ma riuscendo, con naturalezza e semplicità, a restare fedele alle sue armonie ed ai suoi paesaggi trasparenti. Ascoltando l’album, infatti, si ha come l’impressione di guardare il mondo da dietro uno specchio non perfettamente liscio e lavorato; cosa sono questi bagliori improvvisi? Sono reali o è semplicemente il frutto della nostra immaginazione che sta andando, probabilmente, a pezzi?
Se pensiamo di aver toccato il fondo, se pensiamo di trovarci davanti ad un vicolo cieco, è il momento di cambiare perché solamente il cambiamento ci permetterà di restare fedeli a noi stessi, al nostro spirito, a ciò che abbiamo amato ed ha motivato le nostre scelte passate; questo, in fondo, è ciò che è capitato agli A Projection, dopo gli album “Exit” e “Framework”, sono cresciuti trasformandosi e cambiando, senza però perdere nulla del proprio gusto estetico originario e della propria poetica darkwave, riuscendo, addirittura, ad aggiungere lampi improvvisi di colore sulla propria tela sonora.
La vita reale, in fondo, è proprio questo: una serie di perdite e di scoperte inattese, di linee dritte e di incroci che non sapevamo dover attraversare. L’importante è affrontarli sempre con la stessa onestà, restando sé stessi, mantenendo le proprie idee e le proprie passioni: questo è l’unico modo possibile per essere veri e toccare l’animo dei propri ascoltatori, altrimenti il rischio è quello di essere semplicemente una cometa sullo sfondo del dance floor.
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