I Mos Generator sono una band americana di rock pesante; in passato hanno suonato hardcore-punk, hanno attraversato i deserti dello stoner rock, hanno viaggiato attraverso gli universi del blues psichedelico e del prog-rock. Ma ciò che conta davvero non sono queste semplici definizioni, espresse di sovente a posteriori e spesso troppo limitanti, irritanti e scontate, ma il modo con cui avviene l’approccio a quella che è solo materia grezza ed inerme e le viene data vita, grazie al soffio magico della nostra fantasia e della nostra creatività.
La capacità di trasferire le proprie passioni ed il proprio spirito combattivo agli ascoltatori trasforma queste combustioni spontanee in un vero album, coeso, vivo e credibile; il rischio, infatti, è quello di restare intrappolati nella palude di una jam session troppo confusa, autoreferenziale ed eccessivamente ridondante, perdendo di vista quello che deve essere l’obiettivo finale delle nostre divagazioni sonore, che non è semplicemente quello di compiacere sé stessi, piuttosto quello di creare una connessione empatica con il proprio pubblico; una connessione capace di superare le leggi fisiche del tempo e dello spazio ed alimentare la curiosità, l’interesse e soprattutto le emozioni altrui.
Le registrazioni di “Spontaneous Combustions” sono avvenute nel medesimo giorno; tre dei quattro brani del disco, fatta eccezione per “Who Goes There” che parzialmente esisteva già, hanno preso vita il giorno stesso delle registrazioni. La band di Port Orchad, nello stato di Washington, dà, come sempre, prova della sua perenne voglia di sperimentare ed esplorare, senza il timore di tornare su percorsi musicali già affrontati in passato e riuscendo, alla fine, a dare vita ad un lavoro viscerale ed onesto, non privo di imperfezioni o soluzioni già sentite, ma in grado di riportare, sul supporto fisico, la freschezza e l’imprevedibilità del momento, proiettando, per sempre, qualcosa che è già avvenuto sullo schermo sconosciuto del futuro. Questi brani rappresentano, in pratica, lo scoccare della scintilla, ma il vero combustibile è rappresentato dagli ascoltatori: dalla loro sensibilità; dalla loro recettibilità agli stimoli esterni; dallo loro curiosità; dalla loro voglia di emozionarsi; dalla loro volontà ad evadere dagli stagnanti pantani quotidiani e lasciarsi condurre in un viaggio mistico e liberatorio capace di riaccendere il fuoco delle proprie sopite passioni.
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