venerdì, Novembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Italia 90 III, Italia 90

Mik Brigante Sanseverino Gennaio 16, 2020 Dischi Nessun commento su Italia 90 III, Italia 90

Il punk, quello originale, si presentò, alla fine degli anni Settanta, come un pugno in faccia verso tutto ciò che era convenzionale, conformista, schematizzato, esclusivo ed elitario; chiunque aveva il diritto di rivendicare il proprio spazio, di imbracciare una chitarra e sputare la propria rabbia contro il sistema precostituito. Ma già nel ’78 il muro sonico del punk iniziò a sgretolarsi, il movimento divenne meno ortodosso ed iniziò ad interagire e contaminarsi con tutta una serie di sensibilità artistiche, emotive, sociali, che il punk della prima ondata avrebbe sicuramente respinto e scartato: dub, reggae, ska, krautrock, glam-rock, metal e persino prog-rock. Ciò consentì al punk di diventare davvero immortale ed a nuove band di crescere e sperimentare, di ampliare i propri confini, di impegnarsi socialmente verso l’esterno e di essere in grado di coinvolgere emozionalmente i propri ascoltatori, senza perdere lo spirito anti-convenzionale, ma veritiero ed onesto del punk: Public Image Ltd, Joy Division, The Cure, Gang Of Four, The Fall, Wire.

Ed è proprio questo spirito che, oggi, a distanza di ben quattro decenni, troviamo ancora intatto in band come i londinesi, provenienti da Brighton, Italia 90: ciò che li mette in connessione diretta con quell’epoca è soprattutto l’approccio alla musica, al pubblico, ai concerti, più che le sonorità post-punk e nowave a cui anche l’ultimo EP, “Italia 90 III”, fa ampiamente riferimento, sfoggiando ritmiche crude ed essenziali, ipnotiche e minimali, ma capaci di rapire l’attenzione degli ascoltatori, facendoli riflettere e divertire.

Ha senso tutto questo? Sì, perché quella degli Italia 90 non è una semplice operazione nostalgica; le canzoni guardano ai nostri tempi ed alle problematiche attuali: a ciò di cui hanno bisogno le persone comuni ed al modo con cui le istituzioni governative cercano, continuamente, di opporsi e ritardare dei cambiamenti irreversibili, semplicemente perché vogliono preservare sé stesse, i propri interessi politici ed economici e quelli delle ristrette caste che ne sostengono il ruolo ed il potere. Abbiamo tutti davanti agli occhi come, purtroppo, i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la vita sul pianeta; possiamo sentirlo sulla nostra pelle, ogni giorno, ma i nostri governanti ignorano deliberatamente tutto ciò, addirittura giungono a negarne l’esistenza, solamente perché debbono salvaguardare gli interessi economici e finanziari che gli hanno consentito di raggiungere e conservare nel tempo il proprio potere.

Questo provoca rabbia nella gente; una rabbia che, però, sempre più spesso, viene incanalata male, nel modo peggiore: non riusciamo a prendercela con il vero nemico, quello che sceglie per noi e per i nostri figli, perché egli è lontano ed al sicuro, perennemente protetto e riverito dai suoi servitori. Ed allora ce la prendiamo con chi se la passa peggio, con chi percepiamo diverso, con chi pensiamo metta a rischio quel poco che abbiamo ottenuto con il lavoro e con i sacrifici. Ci viene innestata in profondità questa paura assurda e di conseguenza ad essa facciamo delle scelte assurde: seguiamo e facciamo nostre idee populiste, negazioniste, reazionarie e fasciste; dimentichiamo il passato, lasciamo perdere il futuro e viviamo un presente eterno in cui non esistono principi, ma è tutto vago, opinabile e temporaneo.

La musica non può cambiare il mondo, ma può consentirci di incanalare la nostra rabbia nella giusta direzione; di renderla una risorsa positiva e non il cavallo di Troia con cui distruggono la nostra umanità; di far fronte comune dinanzi ad un nemico comune; di superare le diversità, di percepirle come qualcosa che può arricchirci e far stare meglio, piuttosto che impoverirci e far stare peggio. Tutto ciò non è attuale? Non è abbastanza punk?

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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