Se non mi credete aprite Google Maps e cercate la città di Winnipeg, nello stato del Manitoba, in Canada; leggete i nomi delle sue strade: Lydia St, Kate St, Isabel St, Harriet St, Ellen St e così via. Tutti nomi di donne, è così che Lee Ranaldo ha l’idea di intitolare il suo nuovo album “Names Of North End Women”.
Un album che, grazie anche alla presenza di Raül Refree, riesce, allo stesso tempo, ad avere sia un’anima innovativa e sperimentale, che a mantenersi nel solco della forma canzone più tradizionale. Un lavoro nel quale le chitarre non hanno più il ruolo di uniche protagoniste, ma finiscono, spesso, in secondo piano, concedendo la scena principale ai ritmi elettronici, ai vari rumori, effetti e campionamenti, a strumenti atipici come il vibrafono o la marimba, facendo sì che l’album vada oltre il classico, ben consolidato e definitivo schema rock chitarra-basso-batteria. C’è un mondo da scoprire oltre lo specchio, vero Alice?
Non un muro fragoroso di chitarre, dunque, ma un miscuglio di svariate ambientazioni e tessiture sonore, amalgamate e tenute assieme dalla voglia di esplorare e muoversi in direzioni non definibili a priori: l’anima sperimentale ed inquieta dei Sonic Youth incontra i ritmi tribali ed ancestrali africani, il folk celtico e britannico, il flamenco, lo spoken word, le armonie beatlesiane, sfumati e meditativi orizzonti elettronici. Il risultato è una musica senza più confini e barriere mentali che rapisce completamente gli ascoltatori, senza mai perdere di vista la sua concretezza ed i suoi legami con la realtà. Forma e contenuto.
Il mondo in cui viviamo è questo; non possiamo, semplicemente, rifugiarci in qualcosa che non esiste, solo perché non ci piace quello che abbiamo davanti: la poesia è fondamentale per guardare dentro di sé, per capire quali siano le cose davvero importanti, ma anche per entrare in sintonia col mondo esterno, con la sua misteriosa bellezza, con la sua spaventosa potenza.
Siamo esseri fragili, con lati nascosti ed altri che mostriamo a coloro che ci stanno attorno. Questo disco è il risultato di un processo creativo che media, continuamente, il dentro ed il fuori, il rumore e la melodia, la tradizione e la sperimentazione, un glorioso passato analogico ed un affascinante, ma ignoto futuro digitale.
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