domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

The Death Of Me, Polaris

Mik Brigante Sanseverino Febbraio 27, 2020 Dischi Nessun commento su The Death Of Me, Polaris

Gli esseri umani tradiscono la fiducia che viene in loro riposta; sono sempre più bramosi di potere e ricchezza, pronti a mentire e nascondere la verità, pur di proteggere i propri interessi ed i propri secondi fini; ciò ha reso il mondo un posto peggiore, ne ha spezzato tragicamente gli equilibri, mettendo a rischio la sopravvivenza di tutte le creature viventi, uomo compreso. La casa sta bruciando, ma a noi non interessa, perché è quella del vicino: siamo così stupidi da ignorare che, presto, il vento spingerà le fiamme anche verso di noi, riducendo ogni cosa in cenere. “The Death Of Me”, il nuovo album dei Polaris, è, di conseguenza, un album cupo, un lavoro che affronta senza mezzi termini e senza nascondersi dietro frasi fatte e luoghi comuni, ciò che, oggi, gli esseri umani stanno facendo a sé stessi ed al pianeta che li ospita. L’egoismo e l’opportunismo ci consumano e corrodono l’anima; veniamo al mondo pieni di fiducia e di speranza, ma la società di cui siamo parte ci svuota sempre di più, facendoci diventare sempre più aridi. Non ci resta che pregare, dunque; pregare che arrivi, finalmente, la pioggia (“Pray For Rain”).

La band australiana dà forma musicale alle macerie fumanti, lo fa attraverso le sue sonorità metalcore ed hardcore-punk nevrotiche e martellanti che tentano di abbattere i pesanti cancelli che conducono al mondo di solitudine, depressione e paranoia, nel quale l’uomo moderno, sempre più piacevolmente masochista, ama nascondersi (“Masochist”). Una stabilità mortale che ci fa sentire sempre più distanti, sempre più incapaci, sempre più in disagio (“Landmine”); la soluzione dovrebbe essere la fuga, il cammino del nomade urbano (“Vagabond”), ma non è semplice affrontare i propri mostri, incanalare la frustrazione in un percorso costruttivo, molto più facile sprofondare nella malinconia, rinunciare a curarsi e stare meglio, dimenticare sé stessi e tutti quelli che ci stanno accanto.

Forse è stato solamente un brutto sogno; forse è stata solo una terribile malattia, ma adesso è passata; forse il cielo ci donerà l’agognata pioggia; forse riprenderemo il controllo di quello che ci sta attorno e potremo cambiarlo (“The Descent”).

Ma si tratta dell’illusione di un fottuto matto oppure un improvviso lampo di speranza nella buia notte in cui è sprofondato il nostro mondo?    

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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