Sulla loro pagina Bandcamp la band americana dichiara di aver seguito la scia delle briciole di pane, proprio come Pollicino nella fiaba di Charles Perrault, e di essere giunta dov’è adesso, ad intrecciare sonorità di matrice progressive, mathcore e post-rock in un contesto che ha davvero il sapore delle favole che ci raccontavano da bambini: c’è spensieratezza e voglia d’evasione, ma allo stesso tempo ombre maligne ed inquietanti minacciano ogni passo del nostro cammino.
Ma, in fondo, se ci liberiamo da tutte le sovrastrutture introdotte dalla modernità e dallo sviluppo tecnologico e facciamo emergere quella che è l’essenza della condizione umana, ci rendiamo conto che è praticamente sempre la stessa, indipendentemente dal tempo e dal luogo: da un lato c’è una creatura fragile che teme la notte e le ombre che in essa si celano e dall’altro lato c’è il mondo, con le misteriose forze che lo pervadono, le quali possono presentarsi, ai nostri occhi, come un soffio leggero, rassicurante e consolatorio, oppure come una burrascosa e violenta tempesta. In fondo è questa la cruda verità celata nelle favole e che viene utilizzata per plasmare, a partire dalla materia grezza delle nostre emozioni primordiali e delle nostre recondite paure, i groove di questo secondo EP della band di Philadelphia: tutto intorno a noi è movimento, perché è proprio questo movimento, che interessa tanto l’infinitamente piccolo degli atomi e delle particelle elementari, quanto l’enormemente grande delle galassie; questo movimento è l’origine stessa della vita.
Ogni cosa si muove e segue la sua scia di briciole; a volte ciò ci è evidente, ma, spesso, siamo del tutto ignari del percorso, non riusciamo neppure a vederlo ed allora ci rendiamo conto di quanto siamo delle creature impotenti, subordinate e limitate, che considerano sbagliato o malvagio tutto quello che non riescono a comprendere e che appare disordinato, caotico, instabile. Scambiamo le nostre apparenze percettive per una rivelazione unica ed inconfutabile della verità ed inventiamo, di conseguenza, delle storie rassicuranti, degli assiomi e dei precetti, con cui costruire e dimostrare le nostre teorie. Eccole, dunque, le regole e le leggi dell’uomo, quelle che pretendiamo non vadano mai contraddette, messe in dubbio o sfidate; preferiamo vivere tra favole e bugie, nasconderci dietro un dito, piuttosto che accettare ed imparare a coesistere con l’ignoto che vive fuori e dentro di noi.
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