I Total Meltdown sono una band underground di Brooklyn, che suona un mix veloce ed incisivo di punk, hardcore e metal. “I hate being stuck in this personal hell”, è vero; ciascuno di noi potrebbe finire, infatti, intrappolato in un inferno personale; un inferno che avvelena ogni aspetto della sua vita: quello lavorativo, quello familiare, quello affettivo, quello sociale. Ansia, depressione e solitudine diventano condizioni esistenziali permanenti che si incastrano tra loro ed ingigantiscono il proprio potere distruttivo, spingendo le persone verso una pericolosa e aberrante condizione di isolamento sociale ed alienazione emotiva.
Quando l’inferno si trasforma in vero e proprio dolore fisico, quando vorremmo zittire la voce interiore delle nostra coscienza ed anestetizzare i nostri stessi pensieri, ci rifugiamo, a volte, in un mondo artificiale fatto di psicofarmaci, droghe, antidepressivi, alcool e silenzio; ci nascondiamo in tutto quello che crediamo possa aiutarci a piegare le nostre menti; ma alla fine risulterà tutto inutile, tutto vano, non potremo mai sfuggire a qualcosa che è già dentro di noi ed affonda le sue radici malvagie nelle nostre paure più irrazionali, nelle nostre delusioni più brucianti, in tutte quelle perdite che non siamo mai riusciti davvero ad affrontare e superare. Tutto ciò si trasformerà, col tempo, nelle paranoie che ci impediscono di distinguere e comprendere cosa sia vero e cosa sia falso, alterando la nostra percezione della realtà e spingendoci, sempre più, a chiuderci in noi stessi; a sentirci, continuamente, minacciati e di conseguenza a reagire con forza, rabbia e violenza a qualsiasi tentativo di interazione/connessione con il mondo esterno.
La band americana esplora l’anima oscura e lacerata delle moderne periferie urbane, le loro evidenti diseguaglianze sociali e le loro molteplici e variegate sfaccettature umane. C’è una diversa percezione del tempo in questi luoghi; qui il tempo corre più velocemente. C’è una diversa percezione della vita ed ovviamente anche della morte, che diventa una creatura familiare con cui fare i conti, ogni singolo giorno. Qui ogni emozione diventa più intensa, ogni sapore più forte, ogni lacrima più amara. È quello che senti quando ci sei dentro, quando ti perdi tra le sue strade, quando l’ombra dei suoi palazzi sembra inghiottirti per sempre. Ma fuori da qui, non ti accorgi di nulla, è come se un velo coprisse ogni cosa, trasformando le persone in fantasmi e calando, come un vero e proprio sudario, sulle loro fragili esistenze.
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