“And Peace” è un momento di riflessione nel quale alcune canzoni di Laura Kidd, l’artista dietro l’accattivante nome “She Makes War”, indossano la loro veste acustica, meditativa e minimale: non suoni energici e taglienti o sonorità d’ispirazione grunge, ma la semplice voce, mentre le corde di chitarra o ukulele vibrano dolcemente nelle ore più buie che precedono l’alba del nuovo giorno e le domande di “Scared To Captize” rimbalzano da una parete all’altra della stanza silenziosa, penetrano la carne, si mescolano al sangue, risuonano nella nostra mente e restano, purtroppo, senza risposta: “there’s nothing to do / I think that it’s time you went away”.
Una volta che vengono meno tutte le sovrastrutture più complesse, una volta che rinunci ad ogni strato sonoro aggiuntivo, ciò che resta è semplicemente una porta che dà sulla nostra intimità. Una volta che la apri, verrai travolto dai tuoi stessi sentimenti: dalla paura di perdersi; dal dispiacere per il dolore arrecato agli altri; dalla tristezza per le delusioni subite nella propria vita; dalla stanchezza e dalla voglia di darsi per vinto; ed infine dalla solitudine.
Emozioni che possono farti affogare; disconnetterti per sempre dal mondo esterno oppure permetterti di ritrovare le connessioni perdute, i legami spezzati, i momenti volutamente dimenticati, i sogni messi da parte. È una prova ardua, ma questo disco ci consente di tirare le somme, di raccogliere ogni energia prima di affrontare la tempesta, di liberarsi da ogni inutile fardello che possa appesantirci. Poi potremo compiere il passo decisivo, potremo aprire quella dannata porta e guardare ciò che nascondiamo dentro: gli errori commessi nel passato, le menzogne a cui abbiamo voluto credere, quelle che abbiamo detto a noi stessi.
“And Peace” è una pietra miliare della nostra esistenza. Ci consegna canzoni capaci di resistere al tempo, di rinnovarsi ed essere sempre attuali. Non importa, in fondo, la forma in cui esse vengono suonate, la cosa fondamentale è la capacità che esse hanno di penetrare la corazza, di suscitare emozioni in coloro che le ascoltano, spingendoli ad aprire le proprie porte interiori, a non aver paura di guardare ciò che esse nascondono, perché solo così potremo andare davvero avanti ed affrontare il futuro, altrimenti saremo perennemente prigionieri di qualcosa che, buono o cattivo che fosse, è già avvenuto e che non potremo modificare mai più. Dunque, mio caro cuore, nonostante tu abbia sofferto, nonostante io possa aver sbagliato con te, nonostante tu abbia sentito la voglia di fermarti per sempre, nonostante io ti abbia ingannato, nonostante non ti abbia dato retta, nonostante ti abbia deluso, nonostante ti abbia dato per scontato, nonostante ti abbia dato mille colpe, nonostante ti abbia trascurato, ora è il momento di riprendere, assieme, il cammino.
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