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Il Parco Paranoico

Home Live Show nr 3, #iorestoacasa

Mik Brigante Sanseverino Marzo 22, 2020 Parole Nessun commento su Home Live Show nr 3, #iorestoacasa

VOLUME 3: “UOMO CONOSCI TE STESSO”


In questo momento storico nel quale è necessario ed indispensabile che ciascuno faccia la sua parte, abbiamo scelto una serie di performance live che potete guardare tranquillamente restando a casa. Buon ascolto e buona lettura.

The Radio Dept, live at Playtime festival, Mongolia (25 Giugno 2016)

Le atmosfere rarefatte ed invernali dei Radio Dept, a metà strada tra shoegaze e dream-pop, sono la nave su cui possiamo salpare per ascoltare il nostro silenzio. Per esplorarlo, diluendolo con suoni elettronici sofferenti e sconsolati, con i riverberi remoti delle chitarre, perché anche il silenzio può donarci le spiegazioni che cerchiamo, può essere la risposta più esplicita ed eloquente ai nostri interrogativi. Siamo stati noi stessi a congelare il nostro mondo, ben prima che questa pandemia prendesse il sopravvento; lo avevamo congelato, senza rendercene conto, in pensieri ed azioni ripetitive, che, il più delle volte, erano meccaniche, inutili, innaturali, nocive ed estranianti.

Idles, live at Glastonbury festival (28 Giugno 2019)

Azioni violente, nei confronti di noi stessi e del pianeta, che, quotidianamente, amplificavano solamente la nostra sciocca visione illusoria ed egocentrica dell’esistenza: la mia felicità, il mio successo, i miei soldi, i miei obiettivi, le mie priorità, i miei spazi, erano queste le sole cose che ci importavano davvero e che ascoltavamo in giro. Il punk abrasivo e crudo degli Idles viene proprio da qui, da questo approccio nichilista, giustificato, ai nostri occhi, dal fatto che non avessimo alcuna risposta dal punto di vista sociale, civile e politico per cui, di conseguenza, ci sentivamo autorizzati ad essere tutti più ipocriti, falsi, menefreghisti, arrabbiati, egoisti, razzisti; che cosa ci si sarebbe dovuti aspettare del resto?  

Lydia Lunch, live at Bowery Electric, New York City (29 Maggio 2013)

È così che abbiamo costruito l’inferno che la sacerdotessa oscura della no-wave e del noise-punk, Lydia Lunch, ci mostra con agghiacciante e morboso piacere. Un piacere carnale che si diffonde negli appartamenti vuoti, nelle scuole chiuse, nelle fabbriche abbandonate, trasformandoli in monumenti ad un amore che non c’è mai stato, era solo follia, era solo istinto sessuale, era solo voglia di possedere e manipolare qualcun altro. Ed adesso non ci resta che un ordinato silenzio e la compagnia di questi fiori finti, questi fiori di plastica che pensano, ingenuamente, di essere vivi.

Sonic Youth, live at The Art Rock festival (6 Marzo 2005)

Poveri fiori che vivono nella cortese bugia del loro profumo e della loro bellezza, pensando di essere l’attrazione principale della stanza e reclamando in continuazione più calore, più acqua, più luce, più amore. L’amore? “EVOL” avrebbero risposto i Sonic Youth, come a voler sottolineare la loro visione intrinsecamente enantiodromica della vita, tra noise rock ed armonie pop più convenzionali; una vita intesa come un fluire di elementi opposti che si alternano e compenetrano in un processo eterno di interscambio che porterà, alla fine, nonostante le nostre assurde convinzioni e pretese di superiorità, al rinnovamento.

Bloc Party, live in Sydney (13 Marzo 2013)

Chiunque di noi sarà responsabile di questa situazione, se i suoi comportamenti non saranno tali da cambiarla. Quante volte abbiamo pensato di poter fare di testa nostra, credendo che non s’accorgessero di noi e che, quindi, potessimo vivere senza esser visti, facendo ciò che più ci aggradava e ci conveniva? Quante volte ci siamo accontentati, per tornaconto personale, di sopravvivere e strisciare nel corpo di un bruco? Non è naturale rifiutare la possibilità di avere delle ali; ali che i Bloc Party utilizzano per muoversi ovunque, dall’indie-rock all’hip-hop, dal rap ai suoni elettronici.

Trentemøller, live at Roskilde festival (4 Luglio 2014)

Italo Calvino scriveva che ciò che troveremo nel nuovo millennio è esattamente quello che saremo capaci di portarvi. Nel bene e nel male. È inutile caricarsi di aspettative e poi restare immobili, con i piedi ben saldi sulla sabbia morbida e rassicurante, perché la paura dello shock ci trattiene. Così facendo verremo schiacciati dal corso degli eventi, per cui non possiamo fare altro che accettare ciò che abbiamo davanti, gettarci tra le onde e sfidare questa tempesta con le sue atmosfere in chiaroscuro, le sue correnti glaciali, i suoi torbidi vortici shoegaze, post-punk e darkwave che Trentemøller riveste di elettronica.

Nine Inch Nails, live at Staples Center, Los Angeles (8 Novembre 2013)

Ma sfidare questo mare ignoto che abbiamo davanti, sfidare gli abissi profondi delle leggi eterne dell’universo, non significa possederle; significa impararne a farne parte, accettarle e rispettarle. Gli esseri umani non ne avranno mai il controllo; non controlleranno mai la natura, non controlleranno mai il clima, non controlleranno mai la vita e la morte. Pensare il contrario è pura blasfemia a cui i Nine Inch Nails danno un oscuro ed opprimente spessore industrial. “Uomo conosci te stesso”, è il monito scritto sull’architrave del tempio di Apollo a Delfi, non dobbiamo dimenticarlo mai, perché esso ci mette in guardia e ci rammenta, ogni giorno, la nostra fragilità e la nostra finitezza.  

Julia Kent, live at [F]luister, Dordrecht (1 Maggio 2016)

Questa consapevolezza di comprendere ciò che siamo e che non siamo è l’unica vera salvezza per uscire dalla drammatica situazione che stiamo vivendo. Siamo esseri mortali e se ce lo dimentichiamo, se pensiamo di poter essere immuni a questa malattia solo perché crediamo di essere più forti e più giovani degli altri, cadremo stupidamente e provocheremo la caduta di tutti quelli che ci stanno attorno. Le note dolci e malinconiche di Julia Kent sono la chiave di volta che la musica ci dona per guardare in noi stessi, sentirci uguali e far fronte comune, accettando ogni reciproca debolezza, ogni imperfezione, ogni mancanza, perché solo così potremo varcare le colonne d’Ercole che ci stanno sbarrando il cammino.

Altre pagine “Home Live Show” disponibili:

VOLUME 1

VOLUME 2

VOLUME 4

VOLUME 5

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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