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Il Parco Paranoico

Band Of Gypsys, Jimi Hendrix [50 anni]

“Band Of Gypsis” è l’unico disco live che ci ha davvero lasciato Jimi Hendrix; venne pubblicato per far uscire il chitarrista americano da un obbligo contrattuale con la Capitol Records, ma servì anche per affinare quella miscela di rock e funk su cui Jimi aveva deciso di indirizzare la sua musica. Gli anni Sessanta erano finiti ormai, Woodstock era alle spalle, l’era hippy stava velocemente terminando e Jimi, conclusa la sua grandiosa avventura con l’Experience, era intenzionato a percorrere e sperimentare nuove strade sonore. Il nuovo decennio sarebbe iniziato con alcuni spettacoli al leggendario Fillmore East di New York City, nei quali Jimi avrebbe affiancato al rock acido e psichedelico del recente passato, sonorità black, funk e soul, lasciando, contemporaneamente, ampio spazio alle improvvisazioni, alla Stratocaster, ai riff accattivanti, ai wah-wah, ai feedback ed alle distorsioni.

Oggi è considerato uno degli album dal vivo più belli di sempre, impreziosito dall’assolo di “Machine Gun”, il testamento pacifista di Hendrix, nel quale la sua chitarra e la batteria funky di Buddy Miles ricreano i suoni, i rumori e gli effetti di una battaglia, con tanto di elicotteri, mitragliatrici ed esplosioni, esprimendo così tutto il loro disappunto verso la guerra che gli Stati Uniti d’America stavano combattendo in Vietnam, oltre che la loro solidarietà nei confronti dei giovani soldati costretti a combattere e morire in un luogo così lontano da casa. E per che cosa poi? Perché qualche uomo malvagio possa far carriera e riempirci la testa di menzogne, dicendoci che ora l’America è un posto più sicuro? Facendoci credere che ammazzare persone e farsi ammazzare a sua volta sia il modo giusto per rendere un servizio alla propria patria? La risposta è sempre la stessa e sarà, per sempre, la stessa: “no bullets”, “no guns, no bombs”, perché è nostro diritto vivere e vivere tutti.

Oltre a Buddy la band era completata da Billy Cox, bassista rhythm & blues. “Gitani”, perché, in fondo, è quello che sono tutti i veri musicisti, creature in perenne viaggio che considerano il mondo intero il portico della propria casa e non sanno cosa siano confini o frontiere. Le parti vocali furono eseguite soprattutto da Billy, perché, in questo nuovo progetto, Jimi aveva esplicitamente espresso la volontà di volersi dedicare di più alla musica ed alla sua chitarra. Purtroppo questa idea sarebbe sfumata quasi subito: il 28 Gennaio del 1970 il trio era già incamminato sul viale del tramonto; si esibirono in un concerto contro la guerra al Madison Square Garden e fu un’esperienza piuttosto provante per Jimi, forse per l’eccessivo abuso di LSD, tant’è vero che egli, al riguardo, ebbe a dire che “that’s what happens when earth fucks with space”. Non sappiamo se quella notte la Terra scopò veramente con lo Spazio, ma siamo sicuri che gli zingari ci abbiano lasciato in eredità uno dei dischi live più importanti e segnanti della storia della musica.

Pubblicazione: 25 marzo 1970
Durata: 45:16
Dischi: 1
Tracce: 6
Genere: Blues rock, Psychedelic rock
Etichetta: Capitol Records
Produttore: Jimi Hendrix
Registrazione: 1° Gennaio 1970

1.WhoKnows – 9:36
2.Machine Gun – 12:39
3.Changes – 5:11
4.Power To Love – 6:55
5.Message To Love – 5:23
6.We Gotta Live Together – 5:49

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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