domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Bread And Circuses, Psychopathic Romantics

“Bread And Circuses”, il crocevia degli Psychopathics Romantics, risalente al 2015, è stato ripubblicato in una edizione limitata in vinile (300 copie) acquistabili in rete o ancor meglio durante gli show della band, augurandoci che il drammatico momento di difficoltà che stiamo vivendo passi quanto prima, in modo che i concerti dal vivo ritornino nuovamente a riempire le nostre esistenze.

Perché crocevia, dunque? Innanzitutto perché questo disco segnò il passaggio dalle sonorità più glaciali di matrice mathcore e post-rock a quelle più calde, più intimiste, più struggenti di un folk-rock che guardava e continua a guardare all’America della frontiera e dei grandi spazi liberi ed incontaminati; quella delle montagne rocciose, dei deserti e delle praterie in cui l’uomo in nero, a cui la band campana rende omaggio con “Folsom Prison Blues”, muoveva i suoi passi e narrava le sue storie.

Crocevia perché è il punto in cui si incontrano, non solo le diverse anime musicali della band, ma anche due diverse concezioni dell’esistenza: una più pratica, più razionale, più attenta alle necessità materiali e l’altra più emotiva, più passionale, più desiderosa di sentirsi emotivamente appagata. Ed al centro di tutto c’è l’uomo. In tal senso “Bread And Circuses” può essere considerato un disco politico, nel quale la band campana si pone l’obiettivo di denunciare e far emergere la demagogia di questi nostri tempi moderni – che, poi, non sono poi così diversi da quelli antichi – nei quali tutti, governanti ed opposizioni, si mettono, a parole, dalla parte dei più umili, dei più deboli e dei più emarginati, promettendo loro ciò che sperano e desiderano, solamente per garantirsi il loro appoggio e soprattutto il loro voto. Una strategia del consenso – attuata ormai, grazie ad internet, su larga scala – che permette e garantisce in modo subdolo il controllo delle masse, le quali, da secoli, continuano ad accontentarsi di ricevere una miseria rispetto a quelle che sono le risorse e le ricchezze di pochi privilegiati.

Musicalmente l’album si apre con la malinconia diluita di “It’s All For You”, una ballata, che assieme a “I’ll See You There”, penetra nelle radici dell’America più selvaggia e rurale, quella incantevole e brutale, misericordiosa e dannata, alla continua ricerca di redenzione e peccato e che si ritrova a fissare il tramonto in un polveroso crocevia in cui s’incontrano folk, country e blues. E dove la leggenda vuole si possa incontrare il diavolo in persona. Il sogno, quindi, può trasformarsi in un incubo ed è quello che succede con “The Gathering”, il brano più oscuro e tenebroso del disco a cui fanno da contraltare il calore e la passione della successiva “Up And Down”, nella quale gli incroci diventano anche spazio-temporali, nell’intreccio tra un background americano ormai mitico e leggendario ed il viscerale e metropolitano rap partenopeo.

“H.Ash” è il momento più sperimentale perché le reminiscenze di un passato post-rock tornano a farsi sentire, a mescolare lava e ghiaccio, incrociandosi a loro volta con lo spoken word di Amaury Cambuzat. Ciascuno di noi ha il diritto ed il dovere di essere felice, di seguire la strada che glielo permetta, “Extra Special Needs Guy” che la band ripropone in chiave acustica slowcore, nella sua “familiarità casalinga”, ci vuol ricordare esattamente questo; sembra poco, ma non lo è. Ed oggi ne stiamo avendo, purtroppo, una dimostrazione tragica.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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