domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Change Is Bad, Stuck

Mik Brigante Sanseverino Aprile 6, 2020 Dischi Nessun commento su Change Is Bad, Stuck

Alcune ferite non rimarginano, non guariscono, semplicemente si trasformano, ma continuano a sanguinare, così come il dolore e la sofferenza si trasformano nell’energia grezza che rende vivide ed incisive le sonorità noise rock e post-punk di “Change Is Bad”, esordio discografico degli Stuck, band americana proveniente da Chicago.

Le ritmiche sono convulse, spesso asfissianti: un mondo acido, dissonante e claustrofobico; un mondo decadente, rabbioso e metropolitano che ricorda alcuni passaggi evocativi, viscerali e sghembi di band culto come i Sonic Youth o gli Husker Du. Ma ovviamente c’è molto altro nelle liriche intense ed emotivamente cariche degli Stuck: c’è, innanzitutto, la consapevolezza che è impossibile mettere a tacere i propri sentimenti, nonostante tutte le menzogne con cui, spesso, neghiamo i fatti e copriamo la tristezza, la sofferenza, la solitudine, l’ansia delle nostre caotiche esistenze.

È questo il muro invisibile che prende forma dinanzi ai nostri occhi e che solo la Verità può farci attraversare. Le parole si susseguono come lame taglienti, una via di mezzo tra spoken word e cruda e sarcastica verbosità punk, ti entrano dentro, rovistano tra quelle che sono le tue false sicurezze e ti mettono davanti alla nuda realtà dei fatti. “Plank II” è un vero e proprio pugno nello stomaco, con poche frasi sintetizza l’insensibilità della nostra così detta “società civile”: ci nascondiamo dietro leggi e cavilli con l’unico scopo di negare ai più deboli il nostro aiuto ed il nostro impegno; ci nascondiamo dietro frasi di circostanza, bugie e luoghi comuni che nascondono solamente l’ipocrisia del nulla, ma intanto, così facendo, condanniamo le persone a morire ed, allo stesso tempo, perdendo la purezza e l’onestà, ammazziamo anche noi stessi.

Pensavamo di venerare la vita, ma invece stiamo venerando la morte.

“Change Is Bad” scava dove non dovrebbe scavare, mette l’angoscia in musica, ma è anche un album estremamente sincero e coraggioso, mentre i cambiamenti di ritmo continui, l’elettricità da cui è pervaso, le sfumature vocali, lo rendono accattivante e di facile presa sugli ascoltatori, anche se il suo obiettivo è quello di smascherare e rendere evidente il marcio nascosto anche dentro di noi, dentro ciascuno di noi, perché solamente così riusciremo ad affrancarci dai frenetici cambiamenti che vogliono venderci come impellenti ed assolutamente necessari per il nostro benessere.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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