“Suck This Tangerine” è la risposta immediata e diretta ad un mondo che ha perso la propria identità, che ha reso scialbe e vuote le relazioni sociali, quantificandole solo in base al denaro, alla fama, al potere, al successo, ma facendo sì che sotto il vestito buono non c’è assolutamente nulla. Non un’ideale, non un progetto, nessun sogno, se non quello di apparire ed omologarsi a ciò che i media, spesso in un impeto di finto buonismo, vogliono spacciarci come il modo corretto di vivere, interagire, associarsi o pensare.
Il duo argentino, Cecilia Kelly / Silvina Costa, risponde alla mancanza di massa critica, che caratterizza e scandisce quotidianamente le nostre vite, con un mix ad alto voltaggio di interperanze post-punk, ritmiche dub, escursioni afro-beat, nevrosi metropolitane che ci spezzano il fiato, nonché l’esortazione a lasciarsi andare, facendosi catturare dal richiamo irresistibile del dance-floor, senza preoccuparsi troppo della forma e delle indicazioni che giungono dall’alto.
“Closer” si apre con delle linee di basso che ci riportano indietro nel tempo, come un’onda improvvisa, alle atmosfere decadenti ed accattivanti degli anni Ottanta, a Blondie, ai Clash più ballabili ed ai Talking Heads, ma la purezza e l’onestà del punk e della new-wave vengono sporcate dalle necessità materiali del nostro presente che, in “Funny Money”, ci vuole eternamente insoddisfatti e non appagati, alla frenetica ricerca di dispositivi, oggetti, status sociali che, in fondo, non ci servono e non fanno altro che allontanarci sempre più dalla felicità.
La realtà, infatti, non è tutta sorrisi, visualizzazioni e like; può essere anche spietata; è fatta dei momenti buoni e di quelli cattivi di “He’s Who”; è fatta di chitarre taglienti e pugni nello stomaco; è fatta di dolcezza e dei passaggi più melodici e riflessivi di “White Paradise”. La sua bellezza, come di riflesso quella del disco, sta nell’essere imprevedibile, nell’essere eterogenea, nel mescolare modi di pensare e suonare apparentemente lontani, nel non avere un percorso tracciato a priori. Sta nei cambi di ritmo e nelle emozioni che essi suscitano in noi; emozioni che vanno sempre assaporate e vissute per quello che sono, senza farsi opprimere dalla paura di un’opinione o un giudizio altrui e soprattutto senza farsi relegare in quelle camere stagne che uccidono il nostro senso critico, la nostra auto-stima e la nostra imprevedibilità emotiva.
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