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Il Parco Paranoico

I Giorni della Balena, Lûv

Mik Brigante Sanseverino Aprile 11, 2020 Dischi Nessun commento su I Giorni della Balena, Lûv

Le storie di mare ci portano lontano, in luoghi remoti, dove l’inizio e la fine si sovrappongono e le notti non saranno mai troppo buie finché avremo la forza di accendere i nostri fuochi, di stringerci l’uno vicino all’altro ed iniziare a raccontare, mentre la chitarra intreccia i suoi suoni con quelli della viola, del cajon e del flauto, conducendo “I Giorni della Balena” nell’alveo di un folk-rock toccante e malinconico, segnato dall’inevitabile scorrere del tempo.

Il Lupo scioglie le trame delle sue storie, le quali appaiono come le tappe intermedie di un unico viaggio, mescolando i suoi sentimenti con quelli dell’ascoltatore e lasciando che le armonie acustiche, le sfumature letterarie, le parti cantate e la voce narrante si trasformino nel vascello che taglia le onde, senza alcun timore del mare grosso, né dei misteri celati oltre l’orizzonte, perché siamo certi che la balena bianca ci porterà oltre il limite delle nostre paure.

“Jenny dei Pirati” ha il sapore della tempesta imminente, ma anche del coraggio e della sfrontatezza con cui i pirati, i folli, gli sprovveduti, quelli ritenuti strani e diversi, affrontano il proprio destino, senza preoccuparsi né delle ombre che minacciano il loro cammino, né del sapore ferroso del sangue. In “Lettere al Guardiano del Faro” la caparbietà e l’ostinazione diventano passione: la musica è l’approdo sicuro e le parole scorrono veloci sul foglio, prendono vita e fissano sogni e ricordi in linee di scuro inchiostro, legandole per sempre a fantasie di paesi che non esistono, prima che il ciclo eterno ed immutabile delle stagioni riporti il faro e la baia nella morsa stringente ed oppressiva di un nuovo, ennesimo inverno.

“In Volo” ci riporta verso passaggi più rassicuranti, aerosi ed aperti; l’inverno è un ricordo, le ritmiche sono più dirette e veloci; dall’alto è tutto più dolce e persino le rinunce, osservate dalle nuvole, seppur dolorose, diventano il prezzo necessario per poter continuare a proseguire il proprio viaggio, mentre le sonorità folk diventano più oscure e diluite, i paesaggi si fanno più rarefatti e le luci sono vibranti e sfocate. “La Balena” è pervasa da atmosfere dark, le dinamiche sono nuovamente più lente e riflessive, non siamo più in alto, ma questa volta fissiamo le nuvole dalla strada della città, siamo immersi nei dettagli, percepiamo il mondo circostante, ne respiriamo il profumo, ne sentiamo il sapore ed allo stesso tempo proiettiamo su di esso i nostri stati d’animo inconsci, prima che “La Misura di Capo Horn” ci restituisca quella speranza che pensavamo di aver perduto nelle profondità dell’oceano, pensando che non vi fosse più una rotta da seguire ed una riva disposta ad accoglierci ed offrirci il meritato rifugio.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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