“We Are All Atomic” è un’opera coesa e compatta, originata dal desiderio umano di sperimentare e conoscere l’ignoto, che si muove attraverso atmosfere torbide e vorticose, nelle quali le sonorità post-metal, doom e shoegaze di base diventano le variabili di un’equazione esistenziale tridimensionale, il cui obiettivo è quello di rappresentare, nel modo più fedele possibile, i movimenti, le rotture, le unioni che caratterizzano le diverse fasi della vita. L’uomo moderno tende, spesso, a considerarsi l’unico padrone dei termini di questa equazione; crede di poter piegare, al suo volere, le sue leggi fondamentali e le sue evoluzioni nel tempo e nello spazio, ma ciò non è possibile ed oggi ne stiamo avendo una drammatica dimostrazione pratica.
I quattro movimenti di questo EP tracciano paesaggi misteriosi, densi di fascino, ma anche di pericolo: la natura è una creatura sublime, ma può essere anche una belva feroce e spietata e convincersi di poterla domare e ridurre in catene è il primo passo verso la propria auto-distruzione; verso lo scenario post-apocalittico che la band newyorkese evoca con le sue divagazioni metalliche distorte e pesanti, riuscendo così a dare una corposità sonora a quelle energie caotiche ed oscure che pervadono l’intero Creato ed ogni specie vivente e che sono in continua lotta e contrapposizione con quelle che sono, invece, le forze creatrici che aspirano, a loro volta, all’ordine e alla luce.
L’uomo non può pensare di potersi sottrarre e svincolare da queste dinamiche, andando a prendere il controllo di queste energie misteriose. Esse pervadono tanto lo spirito, quanto la materia, arrivando a condizionare lo stato delle singole cellule, delle singole molecole, dei singoli atomi di cui è costituito l’intero universo e le diverse creature viventi: dall’uomo fino al virus più microscopico, laddove il confine tra la vita e la non-vita, tra la luce ed il buio, diventa sempre più impercettibile e sfumato. Gli Spotlight trasformano questo mistero in una miscela sonora che è carica di tensione, ma anche di consapevolezza; di paura, ma anche di fiducia; di momenti più ostici ed agghiaccianti, dominati dalla brutalità sludge metal, ma anche di momenti che, invece, sono di più rassicuranti e di ampio respiro, perché caratterizzati da suadenti armonie post-rock.
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