Chitarre robuste ed affilate, un vento gelido proveniente dall’oceano, lo stato di abbandono e degrado delle periferie urbane, un rumoroso vangelo scolpito nel punk e nell’heavy-metal, il rifiuto dell’estetica mainstream e modaiola degli anni Ottanta, mentre, nel frattempo, il pianeta iniziava a ruotare così velocemente da riempire l’aria di adrenalina ed angoscia: furono queste le prime avvisaglie di un mondo post-industriale che si stava rimpicciolendo sempre di più e nel quale persino i bambini sembravano preoccuparsi del futuro ed essere in ansia per quella che sarebbe stata la sua prossima mossa e la prossima tendenza da seguire.
Chiusi in un utero umido ed oscuro da cui sarebbe germogliato il seme sovversivo della loro sensibilità umana ed artistica; sarebbero riusciti a venirne fuori? O sarebbero stati troppo fragili e troppo coinvolti, per non cadere nella spirale distruttiva dell’auto-sabotaggio e dell’auto-distruzione?
Quale può essere la via d’uscita da questo vicolo cieco di oscurità, apatia e disincanto? Forse potrebbe essere l’ironia, l’arma più efficace da utilizzare contro un sistema sociale, mediatico ed economico che basava e basa, sempre più, il suo potere e la sua ricchezza sugli atteggiamenti più fasulli ed ipocriti. La vita, di cui la musica può essere una rappresentazione emotivamente fedele, non è monodimensionale, è fatta di continue trasformazioni che permettono di inglobare nel proprio inconscio, così come nel proprio repertorio, esperienze ed istanze diverse: dallo stoner metal al noise rock, dall’hardcore al rap. Perché, dunque, non sfuggire a questa stanza piena di vuoto?
Nel frattempo vi proponiamo questa playlist il cui senso è non fermarsi ad un maglione di lana nodoso o ad un termine slang, che di per sè non significano assolutamente nulla, ma consentirvi di apprezzare l’intensità di queste chitarre stridenti e distorte, il pulsare ritmico dei bassi, l’incedere tonante delle batterie, tentando di preservare la purezza e l’autenticità del messaggio originario, senza lasciarsi sfiorare e rallentare dagli eccessi e dalle esasperazioni di ciò che, invece, è solo smog mediatico buono per tenere prigioniere e ammansite le masse.
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