domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

“In a room full of emptiness” [una playlist dagli anni Novanta]

Chitarre robuste ed affilate, un vento gelido proveniente dall’oceano, lo stato di abbandono e degrado delle periferie urbane, un rumoroso vangelo scolpito nel punk e nell’heavy-metal, il rifiuto dell’estetica mainstream e modaiola degli anni Ottanta, mentre, nel frattempo, il pianeta iniziava a ruotare così velocemente da riempire l’aria di adrenalina ed angoscia: furono queste le prime avvisaglie di un mondo post-industriale che si stava rimpicciolendo sempre di più e nel quale persino i bambini sembravano preoccuparsi del futuro ed essere in ansia per quella che sarebbe stata la sua prossima mossa e la prossima tendenza da seguire.

Chiusi in un utero umido ed oscuro da cui sarebbe germogliato il seme sovversivo della loro sensibilità umana ed artistica; sarebbero riusciti a venirne fuori? O sarebbero stati troppo fragili e troppo coinvolti, per non cadere nella spirale distruttiva dell’auto-sabotaggio e dell’auto-distruzione?

Quale può essere la via d’uscita da questo vicolo cieco di oscurità, apatia e disincanto? Forse potrebbe essere l’ironia, l’arma più efficace da utilizzare contro un sistema sociale, mediatico ed economico che basava e basa, sempre più, il suo potere e la sua ricchezza sugli atteggiamenti più fasulli ed ipocriti. La vita, di cui la musica può essere una rappresentazione emotivamente fedele, non è monodimensionale, è fatta di continue trasformazioni che permettono di inglobare nel proprio inconscio, così come nel proprio repertorio, esperienze ed istanze diverse: dallo stoner metal al noise rock, dall’hardcore al rap. Perché, dunque, non sfuggire a questa stanza piena di vuoto?

Nel frattempo vi proponiamo questa playlist il cui senso è non fermarsi ad un maglione di lana nodoso o ad un termine slang, che di per sè non significano assolutamente nulla, ma consentirvi di apprezzare l’intensità di queste chitarre stridenti e distorte, il pulsare ritmico dei bassi, l’incedere tonante delle batterie, tentando di preservare la purezza e l’autenticità del messaggio originario, senza lasciarsi sfiorare e rallentare dagli eccessi e dalle esasperazioni di ciò che, invece, è solo smog mediatico buono per tenere prigioniere e ammansite le masse.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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