Spacewinds, The Prophet Of Göden e Goddess Of Night sono le tre entità immaginarie che ci accompagnano in questo viaggio attraverso le profondità inesplorate e minacciose del cosmo, consentendoci, contemporaneamente, di espandere quelli che sono i normali e prevedibili limiti delle nostre coscienze e permettendoci di scoprire lati nascosti della nostra personalità.
Le sonorità spaziali ed epiche di “Beyond Darkness” offrono, quindi, la possibilità di compiere, in parallelo, due viaggi: uno esteriore ed uno interiore, mentre le chitarre ed i sintetizzatori, in un intreccio di passaggi prog-metal, space-rock, death metal e doom – alternati ad intermezzi narrativi che sembrano provenire dai meandri più oscuri e pericolosi di una Mordor futurista – costruiscono le lente e massicce trame sonore su cui si sviluppa la storia. Una storia che sembra provenire da un remoto passato; da civiltà di esseri fantastici ormai estinte e risucchiate dal ventre oscuro della Terra; da un’era mitica ed eroica, ancora avvolta nelle nebbie fumose della creazione, nella quale le forze del Bene e del Male si combattevano veementemente per assicurarsi il completo ed incontrastato dominio del mondo.
“Glowing Red Sun” è un inizio appropriato, cupo e vibrante, un vero e proprio muro di suoni inquietanti e maestosi che si abbatte sugli ascoltatori, li svuota di ogni certezza, lasciandoli soli ed in balia delle loro paure, senza alcuna possibilità di trovare un appiglio o un nascondiglio. Nudi, alle mercé delle loro emozioni e delle loro percezioni, travolti da un flusso di coscienza che mescola, caoticamente, quelli che sono i nostri desideri inconfessati, i nostri ricordi più feroci, le nostre manie più irrazionali e tutto ciò che riescono ad intercettare e catturare i nostri sensi, mentre il nostro mondo, la luminosa e sfavillante città di New York, viene avvolta da una tempesta che ne risucchia ogni colore ed ogni energia positiva, lasciandola in preda alla disperazione ed alla rabbia, ingrigita e consumata, stritolata da un nemico invisibile e maligno che sembra godere nell’abbattersi sui rapporti sociali, nel renderli impossibili e nel distruggere qualsiasi manifestazione umana d’empatia, nel nome di un passato immortale e di un inverno che vuol durare per sempre, cancellando ed inghiottendo, in “Thundering Silence”, ogni altra stagione dell’uomo.
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