domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Subtle, Hallows

Mik Brigante Sanseverino Maggio 15, 2020 Dischi Nessun commento su Subtle, Hallows

La notte è stata catturata e diluita nelle sonorità minimali ed accattivanti di “Subtle”, il cui cuore, però, resta vivo e pulsante; in perenne bilico tra sonorità elettroniche e post-punk, che rappresentano il seme luminoso celato nel buio vorticoso del dancefloor degli Hallows. Intanto la voce maschile e quella femminile si alternano; spostano continuamente l’equilibrio, in un susseguirsi continuo di toni più caldi e più freddi, più densi e più rarefatti, che sollevano il velo delle apparenze e riescono a penetrare nel mondo spirituale sotteso alla nostra realtà.

Diventiamo anche noi esseri incorporei; riusciamo a percepire a pieno ogni emozione ed ogni stato d’animo; riusciamo a vedere ogni abisso di malinconia, che non vorrebbe fare altro che risucchiarci ed intrappolarci per sempre al suo interno. Ma è la musica, anche quando diventa più cupa e più torbida, a fornirci lo slancio necessario a sottrarci all’influsso negativo di questi buchi neri sensoriali che si nutrono dei nostri ricordi, delle nostre esperienze, dei nostri sogni, delle nostre speranze.

“Out Of Sync” ha sollevato rapidamente il velo, senza che ce ne rendessimo conto, con la sua cadenza artificiale e rilassata; “Subtle” e “In A Sleeping World” ci hanno condotto in questa dimensione intima ed introspettiva, in modo tale da poter comprendere cosa desideriamo davvero e liberarci da tutto ciò che è inutile e superfluo. Vanee è il varco attraverso cui raggiungere questo mondo, ma Dom ci permette di non perderci, di avere un appiglio, mentre le linee di basso, le ritmiche programmate delle batterie e le trame dei synth costruiscono le architetture in cui la nostra mente può ricaricarsi e ritrovare sé stessa, mentre il corpo non vorrebbe fare altro che muoversi, seguire il tempo, assaporare la libertà dei suoi movimenti e danzare.

È il passato ad offrirci le sue armonie, dal synth-pop al darkwave, ma è il presente di “The Call / Ravenous” e “Far Too Gone” ad occupare la scena; un presente estremamente vulnerabile, pieno di evidenti contraddizioni, nel quale è tutto così instabile, debole, fragile, fugace e sottile, che sembra che l’unica nostra possibilità sia quella di arrendersi e lasciarsi andare. Persino le nostre città cadono a pezzi, fagocitate dall’indifferenza, piombate in una spirale distruttiva che “Subtle” esorcizza senza combattere; semplicemente entrandoci in sintonia; descrivendola per quello che essa è realmente, senza fingere di stare bene, ma utilizzando la propria sensibilità, il proprio malessere, le proprie conoscenze, gli strumenti musicali ed i suoni digitali per esprimere il caos brutale che pervade questo mondo, mentre noi ce ne stiamo soli e silenziosi in delle enormi scatole piene di comfort e diavolerie tecnologiche.

Forse è giunto il momento di uscire.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.