lunedì, Dicembre 30, 2024
Il Parco Paranoico

All That Glue, Sleaford Mods

Mik Brigante Sanseverino Luglio 16, 2020 Dischi Nessun commento su All That Glue, Sleaford Mods

Graffiante ed irriverente attitudine punk; hip-hop; beat elettronici minimali, grezzi e ipnotici; un vecchio laptop; delle birre ghiacciate; una linea vocale ed una di basso, registrate semplicemente con Acid; nessuna complessità inutile, nessuna sovrastruttura ridondante, nessuno specchio che ti incasini le idee; un’unica strada, un unico obiettivo; cosa c’è, in fondo, di meglio dell’essenzialità? Fare ciò che serve, senza aggiungere roba inutile, senza sporcare e rischiare di appiattire troppo o nascondere quelle sonorità elettroniche che sono interessanti ed attraenti proprio perché suonano in questo modo apparentemente sghembo, precario ed irregolare, ma capace di entrarti dentro, di spingerti a ballare e soprattutto di diventare un tutt’uno con le parole, con quel fottuto accento delle East Midlands, con quel modo d’essere bruschi, risoluti, elettrici, gioviali, sfrontati, espansivi, veri.

Nonostante vogliano convincerci del contrario, la nostra società non è assolutamente una società perfetta: è piena di casini, di contraddizioni, di ingiustizie, di merda nascosta sotto il tappeto buono, di gente che tenta in tutti i modi possibili ed immaginabili di venderti qualcosa. E non mi riferisco solamente agli oggetti inutili di cui abbondano le nostre case, ma anche alle idee, alle opinioni, alle verità.

Ebbene, in un mondo così imperfetto e sgraziato, dissonante e cattivo, perché la musica dovrebbe essere perfetta? Magari quella che ci viene propinata dai mass-media lo è, ma proprio perché essa è perfetta, non è attendibile, non ha nulla da dire, niente da trasmettere, è esattamente come un frigorifero, una poltrona o un paio di scarpe. Questo è il motivo per il quale gli Sleaford Mods sono così interessanti, perché non li sentiamo estranei; a volte sono eccessivi, altre volte sono sottili, ma riescono a trasmetterti comunque qualcosa: la loro noia, la loro brutalità, le loro incazzature, le loro passioni, la loro voglia di evolvere, di crescere, di trovare qualcosa che ti faccia stare bene, con te stesso e con gli altri, senza che un Boris Jhonson qualsiasi ti riempia la testa di stronzate e di paure, facendoti credere che per qualsiasi cosa che va male, la colpa è di quello lì, quello che sta dall’altra parte, quello che magari veste e parla, mangia e prega, studia e canta, beve e suona in una maniera così diversa, così strana, così bizzarra, così inconsueta, così divertente, proprio come suona questo disco. “All That Glue”.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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