lunedì, Novembre 25, 2024
Il Parco Paranoico

We Don’t Exist EP, Border.

Mik Brigante Sanseverino Settembre 7, 2020 Dischi 2 commenti su We Don’t Exist EP, Border.

“We don’t exist”, noi non esistiamo, siamo i passeggeri precari di un universo che è ben oltre la nostra comprensione. Tutto quello che costruiamo è destinato a passare, a consumarsi, a finire. Dunque, se relazionato alle leggi misteriose che pervadono il mondo del quale siamo parte integrante, tutto ciò è come se non fosse mai esistito. Se alla natura basta così poco per rioccupare gli spazi che le competono, come ci ha dimostrato il recente isolamento pandemico, che senso ha definire dei confini? Che senso ha impedire ad altre persone di varcarli? Victor Hugo sosteneva che i confini, in fondo, servono soprattutto ai re, i quali si arrogano il diritto di stabilire chi possa passare e chi no, istituiscono così delle dogane, delle tariffe, delle regole stringenti per i poveri e delle eccezioni per i ricchi, nonché degli eserciti che non esitino a combattersi ed ammazzare affinché quelle linee inesistenti vengano rispettate.

Il concetto, oggi, è grossomodo sempre lo stesso: sono i potenti, i ricchi, i forti a stabilire i confini per i più deboli, per i più poveri, per i più indifesi. Il duo bolognese, composto da Erika e Demi More, tenta di dar loro voce e lo fa attraverso le proprie ritmiche incisive, sfrontate, accattivanti e ballabili, attraverso le sonorità techno-beat che hanno il sapore dolce degli anni Novanta, dei rave, della bocca scarlatta e delle sopracciglia nere di Siouxsie Sioux, di una notte nera come kajal, delle linee di basso e synth che penetrano nelle profondità oscure del nostro spirito, proprio dove nascondiamo i nostri veri sentimenti, le nostre fobie ed i nostri sogni, che si mescolano, si intrecciano, si confondono – senza alcun limite, muro o barriera – con tutte le bugie, le fake news, le diavolorie tecnologiche, il rumore social, lo stress, il grigiore dei tempi moderni, dando vita alle quattro dolenti, irrequiete, moribonde e salvifiche canzoni di questo EP.

Dovremmo guardare le cose per ciò che sono davvero, oltrepassare quei confini che altri hanno costruito per noi, per tenerci in scacco, facendoci credere che si è buoni o cattivi, giusti o ingiusti, semplicemente perché si è nati da un lato o l’altro di una stupida linea. Linee che, ormai, sono ovunque, non solo tra le diverse nazioni, ma in ogni ambito della nostra società, dai nuclei familiari agli ambienti lavorativi, ogni volta che qualcuno crede di avere il diritto di giudicare, denigrare, bandire e colpevolizzare gli altri, nel nome dei suoi falsi miti e dei suoi dogmi fallaci, creando dei nemici che non esistono, per poi poterli affogare in un mare di precetti, postulati ed assiomi che non hanno assolutamente nulla a che vedere con l’universo, con il mondo, con le creature che lo abitano, con noi stessi. 

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

2 Comments