Un sentimento. Un’immagine. Un elemento naturale. Un intreccio di passato e futuro. Le brevi storie sonore di Gabriele Bombardini, in uscita il 9 Ottobre 2020, ci permettono di posare lo sguardo su qualcosa che, altrimenti, fuggirebbe via lontano e lo fanno con leggerezza, senza esprimere alcun giudizio, senza inserire concetti estranei, senza imporre la propria visuale soggettiva su quelle che sono state le scelte fatte, le strade che si è deciso di percorrere, le stanze che hanno offerto rifugio e quelle che, invece, sono state abbandonate.
L’artista ravennate evoca melodie dolenti ed intimiste, nelle quali le vibrazioni elettroniche acquisiscono sfumature riflessive e psichedeliche, mentre elementi diversi si mescolano tra loro: ambientazioni avanguardiste, fusion e jazzistiche, sonorità sintetiche minimali ed essenziali, chitarre la cui eco ha il sapore suadente di passaggi post-rock, krautrock e progressive rock. Diciannove composizioni che assumono una forma circolare, nelle quali ogni fine assume i contorni di un nuovo inizio, un uroboro strumentale che ci regala, ad ogni ascolto successivo, dettagli e spunti che precedentemente avevamo tralasciato, permettendoci di diventare parte della narrazione musicale, la quale si trasforma in una sorta di colonna sonora delle immagini che via, via evochiamo. Immagini che prendono vita dentro di noi, che diventano un fiume in piena ed oltrepassano i limitati argini della nostra individualità divenendo patrimonio collettivo, esperienza condivisa, momento di partecipazione comune. In fondo è questo il vero potere della musica, quello di superare apparenti divisioni, di avvicinare le persone, di abbattere i muri di reciproca diffidenza, di lasciarsi alle spalle i lockdown e le negatività che hanno impoverito e corrotto la nostra umanità.
Intanto una porta sbatte, una luna fa la sua comparsa in cielo, un gatto geme per le ferite riportate in uno scontro amoroso, ciascuno lascia che la musica riporti in superficie ciò che ha nascosto sotto il proprio mare interiore di paura e stanchezza, di dolore e apatia: la riva non è mai stata così vicina.
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