“Tautology” è un viaggio sonoro attraverso le diverse fasi dell’esistenza umana, è una mappa del tempo che ci permette di scorrere gli anni della gioventù, quelli della maturità ed infine quelli della vecchiaia. Ci sono, di conseguenza, diverse ambientanzioni musicali, si passa dalla vibrante energia e rumorosità dell’adolescenza alle pause meditative ed oniriche dell’anzianità.
Riff brucianti, divagazioni ambient, passaggi elettronici, convergono in un unico progetto che è, appunto, quello di ricostruire – in forma sonora – le emozioni che caratterizzano la nostra crescita: gli anni giovanili sono spesso torbidi, perenemmente in bilico tra l’ansia di non farcela e la voglia di prendersela contro tutto e tutti. Questo flusso disordinato di sentimenti contrapposti diventa più placido ed ordinato man mano che acquisiamo la consapevolezza della maturità e che riusciamo a stabilire quali siano le nostre priorità, i sogni ed i progetti che vogliamo realizzare, le persone che desideriamo avere vicine. Ci saranno innumerevoli perdite e sconfitte, ma anche incontri inattesi. L’ultimo passo è quello del congedo, il momento in cui le atmosfere ed ambientazioni più rarefatte prendono il controllo della scena, non c’è più tempo per l’aggressività o per la depressione; i ricordi ci accarezzano la pelle consumata, le ossa stanche, ma c’è ancora il tempo per testimoniare la propria intelligenza, le proprie idee, la propria umanità. Attraverso un esempio, attraverso le parole, attraverso la musica, attraverso tutto ciò che riusciamo a trasmettere al prossimo.
Gli El Ten Eleven sono riusciti a cogliere a pieno il senso del tempo che passa, che scorre inesorabile e del tutto insensibile a quelli che possono essere i nostri bisogni e le nostre paure; questo disco triplice è un’esortazione a non prendersela troppo comoda, a non perdersi dietro alle inutili apparenze, ma a tentare, con tutte le energie, di dare sostanza alle proprie idee ed ai propri sogni, perché solo così riusciremo davvero a dare vita eterna ai feedback taglienti ed ai riverberi di suadente matrice post-rock che continueranno a vivere e suonare anche dopo di noi.
“Tautology” è un lavoro fortemente eterogeneo, al quale contribuiscono allo stesso modo il rumore ed il silenzio, il caos e l’ordine, la carne e lo spirito, la gioia ed il dolore, l’inizio e la fine, ma è un lavoro compatto, bello da ascoltare tutto d’un fiato, immergendoci in un’esperienza di vita che non è solo quella di Kristian Dunn e Tim Fogarty, ma che è anche la nostra, tra possenti muri di chitarra e sintetizzatori alienanti, bassi cavernosi e esplosioni psichedeliche. La spigolosità metallica di “Entropy”, gli orizzonti cupi di “Jejune”, l’asfissiante tristezza urbana di “Division”, lasciano il posto alla bellezza delle sonorità darkwave e post-punk di “Besotted” o “Shimmer”, per poi ripiegare sui suoni vulnerabili ed ambientali dell’ultimo disco, sulle ombre sfuggenti di “Farrago”, sull’inevitabile destino di “Caducity”, sull’amore puro ed incondizionato che pervade la struggente “You Are A Piece Of Me, You Are A Piece Of Her” e che appare, alla fine, come l’unica forza capace di oltrepassare le barriere del tempo.
Comments are closed.