In primavera, mentre il mondo intero si ritrovava barricato in casa, Alicia Bognanno tentava, a modo suo, di esorcizzare il Male o semplicemente di lasciarsi andare, giusto il tempo di un paio di sentite registrazioni domestiche, tra cui una versione “urgente” della celebre “About A Girl”.
Un’urgenza che non era affatto casuale, ma che ritroviamo, ancora più scalpitante e pungente, nell’ultimo disco dei Bully, “Sugaregg”. Tutto scorre e sta solamente a noi non rimanere indietro: “Add It On” è l’incipit energetico di questo terzo disco, un lavoro nel quale la band vuole mantenere alta la tensione, anche a costo di restare senza fiato. Tutti i pezzi sono tirati, la voce è decisa e graffiante e tutto è concepito senza guardare troppo ai dettagli ed agli abbellimenti formali; essenziale, vivace, diretto ed onesto, con l’obiettivo fondamentale di tenerci sulle spine, perché tutto quello che accumuliamo nel corso degli anni, tutto quello che pensiamo di possedere o di controllare, in realtà, è transitorio, è destinato a passare, a consumarsi, a finire.
La stessa società, con tutti i suoi luoghi comuni, i suoi giudizi, i suoi convincimenti, è estremamente fragile ed è bastato un minuscolo nemico invisibile a darci l’idea della sua debolezza. La nostra vera sfida, però, non è appagare le aspettative di coloro che ci circondano, della nostra comunità, più o meno allargata, anzi è l’esatto contrario: noi dobbiamo imparare a non temere ciò che è atipico ed irregolare, purché sia in grado di farci stare bene, di trasmetterci positività, coraggio, voglia di fare. Qualsiasi cosa possa renderci felici va presa immediatamente a piene mani, perché la gioia stessa è sfuggente e dobbiamo sempre predisporci ad apprezzarla, a fare sì che fluisca attraverso di noi, senza disperarci quando sarà andata via. “Like Fire”, “Let You”, “Stuck In Your Head” fanno aumentare l’adrenalina, sono dirompenti e cariche di sonorità elettriche e solari che hanno il sapore del rock alternativo degli anni Novanta, dell’irriverenza poetica di quegli anni lontani, ma allo stesso tempo fanno i conti con la situazione attuale, con la consapevolezza che quelle sonorità sono state già scoperte, per cui non possono essere vissute con lo stesso animo, ma possono essere interiorizzate, possono diventare parte della nostra coscienza ed aiutarci ad essere capaci di cogliere nuove intuizioni, di apprezzare le nuove scoperte, di concepire nuove idee, senza preoccuparsi se, ai più, esse appaiano anomale o inconsuete.
Comments are closed.