Il mondo dei The Sudden, gruppo proveniente dalle Montagne Rocciose, è un luogo quieto e appartato, che ben si intreccia con le trame armoniose diluite e rarefatte della band americana, le cui sonorità post-punk, dark e shoegaze scavano nelle pagine più profonde e nascoste del nostro inconscio, laddove il silenzio riveste, come un pietoso sudario, tutte le nostre paure, le nostre ossessioni, le nostre colpe, i nosti peggiori nemici.
Io contro me stesso. Spesso, infatti, le lotte più cruente sono quelle che avvengono dentro di noi, da un lato tutto ciò che possiamo definire i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri migliori auspici per il futuro, dall’altro l’ansia, l’apatia, lo scoramento, il vuoto. Questa è la landa malinconica e struggente dalla quale la band lascia fiorire il suo “Hesitation”; un fiore dai petali oscuri ed estremamente delicati, la cui fragilità rappresenta tutte le incertezze e le difficoltà dei tempi moderni; tempi nei quali la rabbia ed il disprezzo, la violenza fisica, psicologica, verbale hanno la meglio e ci rendono tutti ugualmente ciechi; tutti ugualmente incapaci a percepire la bellezza del mondo e la poesia che ci circondano; e soprattutto tutti ugualmente inermi dinanzi alle possibilità di miglioramento che, quotidianamente, ci vengono offerte. Sta solo a noi coglierle.
Le atmosfere a cui danno vita i The Sudden appaiono, inizialmente, fredde, distanti, crude, incerte, ma tra le musicalità essenziali, tra i versi nostalgici, tra i toni lenti e melodicamente cupi, da cui traspaiono le lucenti e calorose vibrazioni dark e gotiche degli anni Ottanta e Novanta, emerge tutta la loro voglia di conoscere il domani, di riprendersi i propri sentimenti, di scegliere liberamente un lato, un orizzonte, un sentiero, una riva, la vetta d’una montagna e correre. Ecco, dunque, che dalle crepe presenti nel buio della notte, sprizza fuori un’energia positiva che ci sprona a non restare fermi, a non accettare che altri scelgano per noi, a non aver paura degli incontri improvvisi, a non temere di aggrapparsi e credere in ciò che ci sta davvero a cuore.
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