giovedì, Novembre 7, 2024
Il Parco Paranoico

Doompop, Zilched

Mik Brigante Sanseverino Ottobre 28, 2020 Dischi Nessun commento su Doompop, Zilched

Quante volte incappiamo in giornate storte, nelle quali ci sentiamo bloccati, assolutamente impreparati ad affrontare il mondo esterno ed incapaci di dare un senso a ciò che abbiamo attorno? Certo, molte di queste cose sono assurde, violente, minacciose, per lo più inutili e superficiali, ma avere la forza ed il coraggio necessari ad eliminarle sarebbe già qualcosa di importante, salvifico e significativo. Sarebbe una crescita, oltre che una vera e propria liberazione.

Spesso può succedere che la strada per liberarci dalla negatività sia proprio quella più semplice e scontata, è questo che cerca di trasmetterci Zilched, ossia Chloë Drallos; le sue sonorità, intrise di malinconia e di leggerezza, strizzano l’occhio agli anni Novanta, riproponendo un accattivante, stropicciato e bruciante intreccio di armonie pop e vibrazioni grunge che, come un coltello perfettamente affilato, penetrano nelle nostre insicurezze e nelle nostre ossessioni, nella frenesia brutale ed ipocrita dei tempi moderni, offrendoci come via di fuga una completa immersione in tutte quelle azioni, apparentemente piccole ed insignificanti, che, però, hanno il potere di aiutarci a ritrovare la nostra anima smarrita.

Un vecchio disco può suonare come un martello nel petto, basta entrarvi in sintonia; nel frattempo, le parole di Zilched / Chloë oltrepassano gli argini artificiali costruiti attorno ai nostri sentimenti, corrono veloci nella nostra testa, mentre le distorsioni, gli echi ed i feedback ci permettono di orientarci e non perderci nel buio della notte, di ritrovare la dolcezza del mattino perfetto, tra il noise rock dei Velvet Underground e la voce suadente di Nico, tra le spigolose dinamiche dei Sonic Youth e le penombre sognanti di The Jesus and Mary Chain; il fragile punto di equilibrio nel quale le onde shoegaze di “Doompop” sgretolano la dura e tagliente roccia dell’alienazione, polverizzando le scorie che avevamo accumulato dentro di noi: il sapore amaro delle sconfitte e delle delusioni, il pesante fardello dei silenzi e dell’incomunicabilità, permettendoci, forse, di ritornare a parlarci, lasciandoci alle spalle quel triste e rabbioso finale a cui ci eravamo, inutilmente, aggrappati e pericolosamente abituati.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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