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Il Parco Paranoico

Beneath, Infant Island

Mik Brigante Sanseverino Ottobre 30, 2020 Dischi Nessun commento su Beneath, Infant Island

Gli Infant Island, in questo secondo album, mettono a nudo le ombre che dominano il nostro tempo; le atmosfere, dunque, si fanno pesanti e minacciose, sonorità metalliche, passaggi epici, cavalcate rumoristiche, ambientazioni crude ed oscure, contribuiscono a dare a questi nove brani un senso estremo di urgenza e di precarietà, perchè, in fondo, è così che siamo costretti a vivere, anzi, sempre più spesso, ormai, a sopravvivere.

“Beneath” è tutto ciò che teniamo nascosto sotto l’apparente normalità, dietro i sorrisi di circostanza, le frasi fatte, i comportamenti “giusti” e le maschere che la società, di cui siamo parte, ci costringe a portare, finché, un bel giorno, il fiume non abbatterà, impetuoso, gli argini artificiali costruiti dall’uomo moderno, da ciò che egi chiama progresso, e ci travolgerà con la sua brutale verità e la sua volenta bellezza; verità e bellezza a cui la band americana fa corrispondere, di volta in volta, i passaggi più drammatici ed incisivi e poi quelli più onirici ed evocativi, in un intreccio di post-metal, psichedelia, tonalità dark che travolgono ogni nostro senso.

Viviamo in una società che si basa sul culto della personalità, che costruisce, quotidianamente, i suoi miti ed i suoi eroi mediatici, per poi distruggerli in un attimo, senza mostrare alcun rimorso, alcuna cattiveria, alcuna empatia, solo e soltanto vacua indifferenza. Siamo semplicemente questo, eccoci qua, “here we are”. E poi, una volta che avremo divorato tutto, incluso noi stessi ed il tempo limitato di cui disponiamo, cosa faremo? Dove andremo?

La risposta è nella carne e nel sangue, oltre l’egocentrismo, oltre tutta la merda che gettiamo su questo mondo, oltre i fantasmi del passato che continuano a tormentarci, oltre quegli oggetti effimeri che scambiamo per necessità quotidiane; la risposta è accettarci per ciò che siamo, rinunciare a una visione individualista dell’esistenza, fare tesoro delle proprie insicurezze e dei propri errori e smetterla, una buona volta, di fingere, sconfessando i nostri veri sentimenti, le nostre passioni, le nostre idee. Solo così riusciremo a dirimere davvero le ombre.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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