I paesaggi sonori sono caldi, ma anche instabili e precari; un po’ come avviene alle nostre giornate, che restano appese ad un filo sottile, mentre noi, ormai, ne siamo talmente assuefatti, che non proviamo neppure più ad invertire la rotta o a tentare qualcosa di nuovo. Siamo finiti in una ragnatela e non abbiamo più la forza ed il coraggio, né la volontà e la determinazione, di liberarci; meglio attendere che il destino faccia il suo corso, che qualcun altro decida per noi, accontentandoci delle sue verità e delle sue decisioni.
Intanto King Hannah tesse la sua tela delicata e melodica nella quale chitarre shoegaze si intrecciano con ambientazioni indie-folk che guardano oltre l’oceano, ai grandi spazi ed ai panorami americani, restando, però, allo stesso tempo, profondamente legate ai nostri piccoli sentimenti, anche quelli più sofferti e dolenti, quelli che ti restano attaccati addosso e che sembrano risucchiarti ogni energia e persino il tuo stesso tempo, mentre, fuori, la città, con i suoi palazzi, le sue auto, il suo asfalto, il suo cemento, le persone che vanno e vengono, è ignara di tutto ciò che accade qui, in questo piccolo spazio chiuso, tra le mura d’un appartamento qualsiasi, di un quartiere qualsiasi, sotto un cielo grigio qualsiasi.
Sia “Meal Deal”, che la precedente “Crème Bruléè”, brani estratti dall’album in uscita il 20 Novembre 2020, esprimono, nonostante spesso siano pervase da passaggi più cupi e malinconici, la voglia di sottrarsi alla spirale di ansia e negatività nella quale, spesso, senza neppure che ce ne rendiamo conto, possono scivolare le nostre vite e restare invischiate per giorni, mesi, addirittura anni, in prigioni emotive che non fanno altro che consumarci a poco, a poco, finché un bel giorno non ci ritroviamo chiusi in un bozzolo che ci impedisce anche di respirare. Per evitare che ciò accada davvero, quindi, è necessario fare il pieno di colori, di sfumature, di interferenze, di voci, di suoni, di parole diverse, in modo da non ritrovarsi mai più attaccatti ad un unico, sottilissimo e fragile filo.
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