Le ambientazioni oscure ed i nostri sentimenti, mostrati senza alcun filtro artificiale, rappresentano il territorio comune su cui amano muoversi sia Emma Ruth Rundle, che i Thou, sin dalla tenebrosa “Killing Floor” iniziale, senza alcun timore, ripensamento o conflitto nel provare ad intrecciare passaggi indie folk con una bruciante, intensa e devastante miscela di metallo, hardcore e grunge. Bellezza inquietante è questo il risultato finale, tra urla liberatorie, reminescenze punk, momenti più melodici ed un sottile velo di nostalgia che scende, lentamente, sul nostro mondo.
Il vuoto incombente di “Monolith”, quel senso di abbandono con cui non vorremmo mai doverci confrontare, soprattutto quando si tratta dei nostri affetti, assume una consistenza fisica insopportabile, gelida, sacrilega, che la successiva “Out Of Existence” tenta di esorcizzare, incuneandosi nei meandri più bui ed inesplorati della nostra psiche, laddove il terrore e le ombre del passato tengono in scacco i nostri sentimenti più veritieri, impedendoci di essere delle persone migliori, più vere, più disponibili, più attente al prossimo e soprattutto non più incatenate solamente alla logica morbosa di “Ancestral Recall”, ma capaci di trasformare anche le esperienze più negative, come la delusione ed i fallimenti, in un valore aggiunto, in qualcosa che ci renda persino più forti del Tempo, mentre, intanto, i momenti più suadenti e quelli più drammatici di “Magikal Cost” si avvolgono attorno al nostro spirito ferito.
Abbiamo toccato il fondo, ma “Into Being” rappresenta il momento della rinascita e del sollievo, quello in cui l’aspetto sensoriale e quello più spirituale della nostra esistenza possono, finalmente, ricongiurgersi, consentendo ad una nuova strada di mostrarsi ai nostri occhi. Una volta che il processo interiore di svuotamento è terminato, una volta che ci siamo sbarazzati di tutte le faide, le colpe, le accuse, le discriminazioni che avevano riempito il nostro inconscio di detriti e di macerie, possiamo, metterci in ascolto, riempire i nostri polmoni, toccare il mondo che ci circonda, sentirne il profumo ed il sapore, lasciando che i nostri sensi siano, nuovamente, liberi di metterci in relazione con gli altri.
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