Il Rovescio Della Medaglia rappresentano uno dei punti più alti toccati dalla musica rock in Italia. “Contaminazione” – lo storico album su cui si basa questo disco live – è uno dei pochi album di band o di artisti italiani che possono, tranquillamente, reggere il confronto con le produzioni rock inglesi ed americane. Stiamo parlando, in particolare, del contesto del progressive e psychedelic rock, quello che negli anni Settanta era all’apice della propria fama e vedeva all’opera band, ormai mitiche, come gli Yes, Emerson Lake & Palmer, i Genesis di Peter Gabriel o i King Crimson. Band capaci di creare musiche che potessero, allo stesso tempo, indagare e muoversi sia nell’infinitesimamente piccolo celato nelle nostre coscienze, che nell’infinitamente grande dell’universo.
Alcune band italiane, come, appunto, il RDM, non si limitarono, semplicemente, a seguire la scia e l’esempio dei mostri sacri del prog-rock, rendendo accessibile, anche in un luogo periferico e provinciale – come l’Italia degli anni Settanta – atmosfere e paesaggi sonori che, altrimenti, sarebbero rimasti completamente sconosciuti, ma arricchendoli del loro peculiare contributo artistico ed umano. La band romana, ad esempio, arricchì il prog-rock di elementi, strutture, variazioni e sfumature tipiche della musica classica, ma anche provenienti dalla tradizione cantautoriale e poetica su cui si basava e si basa la musica popolare italiana. Inoltre, anche dal punto di vista degli spettacoli dal vivo, Il Roveglio Della Medaglia riuscivano ad esprimere una potenza ed in’intensità strabilianti, che furono, senza alcun dubbio determinanti, per la nascita e lo sviluppo della scena metal.
“Contaminazione” si giovò, tra l’altro, degli arrangiamenti di Bacalov, per cui il suo lato sinfonico è particolarmente accentuato, ma, allo stesso tempo, perfettamente innestato nella dimensione rock dell’album, dando vita a quella che è, appunto, una contaminazione positiva e costruttiva. Una contaminazione capace di avvolgere completamente gli ascoltatori con le sue armonie calde e dilatate; di amplificarne le percezioni emotive e sensoriali; di condurli in un mondo fantastico, dai colori estremamente vivaci e cangianti, nel quale Bach, Profondo Rosso, Lulubelle III, i ritmi ipnotici delle tastiere, le fughe improvvise, i panorami mozzafiato di una terra ai confini del mondo, coesistono in maniera armoniosa, in un intreccio senza invasioni, in un’alternanza di vibrazioni elettriche ed umane, che, ancora oggi, a distanza di anni, è rimasta perfettamente inalterata. Per comprenderlo basta perdendosi nelle pieghe sonore di questo concerto, registrato nel Settembre del 2018, a San Galgano vicino Siena, in una antica abbazia senza tetto, un luogo mistico capace di esaltare le emozioni di artisti e spettatori, di trasportarli nel sogno della musica che è più forte del tempo e delle distanze, siano esse fisiche o mentali, volute o imposte, vere o false.
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