“Faith Healer” anticipa quello che sarà, a Gennaio del 2021, il terzo album di Julien Baker: “Little Oblivions”. La dipendenza è una creatura subdola e meschina, che ci svuota e ci spersonalizza, senza che ce ne rendiamo assolutamente conto, anzi, spesso, incolpiamo gli altri ed il mondo esterno di ogni cambiamento nel nostro carattere e nel modo con cui ci relazioniamo alla vita. La dipendenza ci impone, infatti, un’esistenza fatta di illusioni: i nostri sensi non sono più gli stessi, non percepiamo la realtà per ciò che essa è, ma ne percepiamo un’immagine sfocata e distorta nella quale scambiamo le menzogne per verità assolute e cerchiamo di riempire il vuoto, che via, via ci lacera e ci distrugge, con oggetti, emozioni, sostanze, conclusioni, certezze, che sono del tutto artificiali e non hanno nulla a che vedere con la felicità, l’amore o il sentirsi soddisfatti ed appagati della propria vita.
Sono, spesso, proprio le persone che ci spronano ad aprire gli occhi, quelle con cui litighiamo e lottiamo, quelle da cui ci allontaniamo, quelle che colpevolizziamo, perché è più semplice prendersela con loro, piuttosto che combattere i propri demoni personali ed ammettere le proprie colpe e soprattutto le proprie debolezze. Questo brano si abbatte sulla porta sbarrata che separa la cruda realtà dalla sua dolciastra rappresentazione auto-assolutoria, tenta di forzarla, di aprire almeno un piccolo spiraglio, attraverso cui la nostra coscienza, assuefatta ed in apnea, possa rendersi conto di tutto ciò a cui sta, follemente, rinunciando, per seguire qualcosa o qualcuno che non potrà fare altro che deluderci, spogliarci della nostra personalità e costringerci a brancolare perennemente nel buio.
Chissà se “Little Oblivions” ci mostererà come poter rimediare, come perdonarci e come liberarci dalle nostre dipendende fisiche e psicologiche; per il momento dobbiamo accontentarci di vagare in questi paesaggi angosciosi, freddi e carichi di tensione, che la voce armoniosa di Julien Baker tenta di rendere un po’ meno spaventosi, riscaldando la nostra anima congelata e facendoci percepire l’esistenza di un bene molto più forte, più grande e più disinteressato celato dietro una di quelle porte chiuse che vediamo all’orizzonte. La musica ci aiuterà a capire quale aprire?
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