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Il Parco Paranoico

2020: I Sette Teschi Di Andromeda, Dolore

Mik Brigante Sanseverino Novembre 30, 2020 Dischi Nessun commento su 2020: I Sette Teschi Di Andromeda, Dolore

Probabilmente non ci sarebbe neppure il bisogno di scomodare i terrificanti Auran del misterioso, remoto e sconosciuto pianeta Aura, sarebbe sufficiente ciò che è accaduto in quest’ultimo anno, il 2020, per fornire al progetto di Giorgio Trombino un contesto sul quale poter innestare le inquietanti trame sonore di “2020: I Sette Teschi Di Andromeda” ed intraprendere il suo viaggio negli abissi più profondi ed ignoti dell’universo, laddove, probabilmente, sono celate le risposte a quei misteri che, da sempre, tormentano l’essere umano.

Le sonorità di questo disco, che è, a tutti gli effetti, una vera e propria colonna sonora, spaziano dal prog-rock più oscuro e malefico, alle divagazioni oniriche ed astrali dello space-rock più psichedelico, senza dimenticare il corposo e massiccio background di matrice electro-metal, nato, appunto, dallo scontro e dalla fusione tra l’anima più analogica e nostalgica e quella più digitale ed innovativa di Dolore.

Come spesso avviene ciò che troviamo dall’altro lato non ci piace così tanto, non è esattamente quello che speravamo di trovare: le ambientazioni del disco diventano glaciali e claustrofobiche; l’equilibrio tra la ragione e la follia si rompe in favore di quest’ultima; le nostre peggiori paure, quelle che credevano di aver sconfitto, grazie al progresso scientifico, assumono la forma consistente dei nostri peggiori incubi, la forma delle creature ancestrali e malvagie che pensavamo nascessero dall’ignoranza dei secoli scorsi. Ma non è così, quelle paure sono ancora attuali, ci ricordano quanto siamo deboli, quanto siamo fragili e quanto sia irrisoria la nostra tecnologia quando ci confrontiamo ed andiamo a toccare le corde invisibili delle Moire, convinti di non aver più bisogno del loro fuso e poter riscrivere da soli le leggi che regolano il nostro mondo, la natura, l’intero creato.

L’epilogo è amaro, soprattutto per la società materialista e superficiale di cui siamo parte e che abbiamo contribuito a plasmare; è difficile, infatti, accettare il sacrificio in un mondo basato solo sulle apparenze, ma come accade  agli ultimi superstiti della nave spaziale “Argos”, come accade alle ultime note di questo album che si apprestano ad affrontare il buio immenso dello spazio con la consapevolezza della propria umana fragilità, per non soccombere è necessario compiere delle rinunce, accettare esperienze negative come la fine, la perdita e l’abbondano, solo così possiamo acquisire maggiore consapevolezza di noi stessi, dei nostri limiti, delle nostre capacità e muovere il primo passo verso la vera salvezza.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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