Quando il nostro mondo non gira proprio come vorremmo, nasce dentro di noi, quasi in maniera spontanea, la voglia di mettere le cose a posto, di ordinare i pensieri, di controllare e distribuire le emozioni. Ma, in fondo, il caos fa parte delle nostre vite, siamo spinti dai nostri piccoli, grandi istinti naturali, giorno dopo giorno; siamo intenti a percorrere un’ouverture di luci ed ombre, di gioie e delusioni, di silenzio e rumore, che si trasforma pian, piano in domande, in idee, in visioni, in concetti, in parole che risuonano nella nostra mente e nel nostro cuore.
Ecco, dunque, “Grilli”, il nuovo album di Lou Mornero, che introdotto dallo stridere di trame e versi elettronici, si lascia attraversare ed ispirare dalle diverse percezioni, assuefazioni, intromissioni, stimolazioni, che caratterizzano le nostre esistenze, dando così corpo ad un disco dalle diverse sfumature musicali: alcune cupe e nostalgiche, come un sofferto blues del passato, altre solari ed irrequiete, totalmente immerse nelle fuggevoli melodie dei tempi moderni.
Che ci piaccia o no, viviamo un’epoca nella quale è facile ritrovarsi preda del vuoto, Lou Mornero esprime, quindi, il bisogno umano ad avere un confronto: “La Cosa Vuota” e “Due” ne sono la testimonianza reale, sia a livello pratico, che concettuale; la presenza dell’altro è il solo modo per svelare le bugie, dalle quali, sempre più spesso, siamo circondati. Le atmosfere riflessive di “Acquario” assumono le sembianze di una corrente fredda e strumentale che si scontra, all’improvviso, con la corrente calda di “Happy Birthday Songwriter”, viscerale flusso di coscienza, folkeggiante e barrettiano, nel quale l’anima del narratore chiede solamente di potersi rivelare al mondo, senza paura di mostrare le proprie debolezze, le proprie mancanze, i propri sbagli, il peso dei suoi anni trascorsi. “Piccolo Tormento” ritorna su ambientazioni indie-pop, delicate e melodiche; i suoi ritmi, apparentemente spensierati, sono l’incitamento conclusivo a destarsi, ad accettare il disordine e la disorganizzazione esistente tra i nostri sentimenti, creando un trait d’union spirituale con un brano di Cristina Donà, “In Un Soffio”.
La ruota, intanto, ha compiuto il proprio giro e ascoltiamo, nuovamente, dopo l’ennesima ouverture, l’accogliente e rassicurante stridere dei grilli di casa nostra, che continuano a parlarci, che non tacciono mai.
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