Introdursi nei meccanismi che producono ansia, imparare ad affrontarli a viso aperto, esser in grado di fissare negli occhi quel nemico che vive in ciascuno di noi, che si nutre delle nostre paure e delle nostre più assurde ossessioni, proiettando, nella nostra mente, immagini alterate della stessa realtà, in modo da influenzare e forzare le nostre scelte, tentando di scatenare quelle emozioni e quei comportamenti negativi nei quali ama tenerci imprigionati.
“Moods” è dominato da ritmiche e sonorità oscure, torbide e minacciose; assume le forme di una vera e propria irruzione “psichica” nello spazio interiore in cui custodiamo il dolore e la sofferenza, la rabbia ed il disgusto, rendendo finalmente possibile quel processo catartico che ci consenta di dominare la confusione, di avere la meglio sul panico, di sfuggire al caos che domina le nostre giornate. Jerome è chiunque tenti di esorcizzare il Male, aggrappandosi alle immagini sfocate di un sogno, alle trame minimali di queste cavalcate post-punk che si abbracciano, si mescolano e si confondono con elementi di matrice diversa, dalla techno al noise rock, sotto lo sguardo attento di una luna elettronica concepita per stimolare la marea capace di riportare alla luce la nostra parte migliore, quella che, sempre più spesso, viene messa a tacere perché considerata troppo fragile, poco utile, pericolosamente desiderosa di aprirsi agli altri ed al mondo.
Il duo costituito da Annalisa Iembo e Stella Mathioudakis aspira alla creazione di quel corto-circuito che possa permettere a tutto ciò che abbiamo dentro e che ci sovraccarica, corrompe e consuma, di fluire verso l’esterno, permettendo, allo stesso tempo, alle stimolazioni e alle percezioni reali – quelle che, di solito, scartiamo o rielaboriamo in base agli schemi ed i modelli imposti dalla società – di penetrare all’interno, perché, in fondo “Inside = Outside”, ovvero noi siamo i nostri pensieri e le nostre emozioni; nessuno ha il diritto di limitarci e di condizionarci.
Queste dieci canzoni profumano di dancefloor, di periferie urbane, sono moderne ed accattivanti, ma esprimono un forte legame con il passato, con le atmosfere fumose degli anni Settanta, dal krautrock al punk più elettronico, con i big beats degli anni Novanta, mentre, nel frattempo, la componente più intimista e psych ci sprona a guardare al presente, a ciò che abbiamo attorno, alle persone che sentiamo vicine a noi e con le quali dobbiamo, necessariamente, entrare in connessione se vogliamo costruire davvero un framework condiviso, un domani che sia migliore e soprattutto nostro.
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