domenica, Novembre 24, 2024
Il Parco Paranoico

Diplomatics EP, Diplomatics

Mik Brigante Sanseverino Febbraio 8, 2021 Dischi Nessun commento su Diplomatics EP, Diplomatics

Le sonorità abrasive ed energetiche di “Nevah”, piacevolmente connesse alle atmosfere più passionali e vibranti degli anni Settanta, dal noise rock alla no-wave, passando attraverso tutte quelle contaminazioni e quelle divagazioni elettriche, più o meno sintetiche, più o meno rumorose, che sono nate dalle ceneri del punk, si muovono su due piani narrativi differenti che vengono intrecciati tra loro.

Da un lato, quello più fantastico e visionario che guarda oltre questo nostro minuscolo pianeta, osservandolo attraverso gli occhi di una creatura aliena, la quale approda, per la prima volta, sulla Terra; dall’altro lato, quello più crudo, attuale e realista, di evidente matrice post-punk, nel quale l’alieno diventa lo strumento grazie al quale la band può sollevare il velo di menzogne e ipocrisie sotto il quale, spesso, nascondiamo la nostra infelicità.

Il tutto è amplificato, visivamente, dal video che accompagna questo primo singolo; un video che ci mostra i resti, le macerie e gli scarti che abbiamo dietro casa; ecco, dunque, l’altra faccia, quella più brutale, della così detta società dell’informazione. I Diplomatics ci gettano in un mondo distropico e post-apocalittico; ci mostrano un futuro che non è poi così impossibile, soprattutto se continueremo a distruggere il pianeta, se consentiremo all’1% dell’umanità di controllare il 99% delle risorse disponibili. Quale pensate potrebbe essere la prima cosa di cui ci chiederanno conto gli alieni?

Il secondo brano, “Irish Whiskey”, resta, invece, con i piedi ben piantati sulla Terra e in particolare davanti al bancone di un bar, laddove le nostre storie, le nostre esperienze passate, anche quelle che ci hanno fatto più male, diventano l’occasione per creare nuove interessanti relazioni; oltre lo shot di whiskey o magari la pinta di birra, ci sono le nostre emozioni. La socializzazione, quella vera, non quella virtuale veicolata e sfruttata dalla rete globale delle informazioni, a vantaggio di quel famoso 1% di cui sopra, richiede il contatto fisico, la condivisione di sapori e profumi diversi, la spontaneità di una serata assieme; percezioni reali che nessun social-media potrà mai replicare.

Le trame sonore sono più viscerali, proiettate verso un blues-rock elettrico d’ispirazione punkeggiante e garage, che esaltano quelli che sono gli aspetti più positivi degli esseri umani: la capacità di condividere le proprie esperienze, di fare fronte comune alle avversità, di stringere nuovi legami d’affetto, di amicizia, di solidarietà, d’amore. Un’empatia che, probabilmente, l’alieno ci invidierà, magari chiedendosi se gli esseri che ha davanti, persi in un bar di periferia ad ascoltare questa musica così rumorosa, coinvolgente e divertente, siano davvero appartenenti alla stessa specie di quelli che ha conosciuto prima, quelli che pretendevano di parlare nel nome di tutti gli altri, quelli che si arrogavano il diritto di stabile cosa fosse giusto e di conseguenza di decidere per tutti, senza alcun rimorso a sfruttare, a proprio piacimento, i loro simili facendo leva sulle loro paure, sulle loro ossessioni, sulle loro debolezze.

 

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.