“Water For The Frogs” è un album solare ed in tempi così cupi e precari, come quelli attuali, è davvero una gradita sorpresa. Questi sette brani sono ricchi di riff appassionati e suadenti, di armoniose trame di matrice psichedelica e di ritmiche che sanno essere sia ipnotiche e riflessive, come in “Shooting Star” – sguardo sull’immensità d’un placido e splendente cielo stellato – sia frenetiche e vibranti, come nell’incisiva e turbolenta “Hang Em High”, sia pervase da un selvaggio ed indomito spirito tribale, come nella genuina e sincera “Erasure”.
Fuzz e ritmiche desertiche si intrecciano a sonorità progressive rock, krautrock e spaziali, oltrepassando i confini di questo stanco e caotico mondo, innalzandosi sulle gigantesche metropoli d’acciaio e cemento armato che abbiamo edificato, fregandosene dei confini, delle barriere, delle limitazioni, delle norme, di tutte quelle linee tratteggiate sulle cartine geografiche e dando vita ad una nuova e fantasiosa realtà. Una realtà nella quale Berlino è adagiata, beatamente, sotto il sole della California meridionale; una realtà nella quale, per andare sulla Luna, è sufficiente prendere un autobus elettrico; David Bowie è stato nominato governatore di Marte ed i vecchi bunker sono stati tutti trasformati in strabilianti laboratori alchemico-musicali nei quali il tempo è una variabile trascurabile e conta solamente improvvisare, sperimentare, costruire nuovi, affascinanti e melodici futuri.
Ma il nemico resta, nonostante la magia, i colori brillanti e le buone intenzioni, perennemente in agguato nell’ombra: il nemico è tutto ciò che intende solamente alimentare ed accrescere il nostro ego, iniettando veleno nei nostri pensieri, affogando i nostri sentimenti nel grasso e nel colesterolo, rubandoci il nostro prezioso tempo e trasformandoci in burattini asserviti al suo controllo.
Riusciremo, dunque, ad essere più forti dei mostri celati tra le piacevoli pieghe di “Control”? Riusciremo a ritrovare la luce e riprenderci il vero controllo, quello della nostra realtà, rendendola sempre più simile a quelli che, per ora, restano semplicemente dei sogni? Riusciremo a tornare o resteremo, per sempre, in quella dimensione di mezzo che pulsa tra le acide sonorità di “Gone”? In fondo è questa la parte più difficile per chi è andato via da così tanto tempo.
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