Chiusi in casa per mesi abbiamo smarrito il contatto con gli altri, con quel mondo frenetico e caotico che fagocitava il nostro prezioso tempo e tutte le nostre migliori energie; ci siamo immersi in un silenzio amaro e carico di tensione, nel quale, però, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare quella voce interiore e primordiale che in passato veniva puntualmente sovrastata dal rumore prodotto dalla così detta civiltà post-industriale dell’informazione, alla quale sacrificavamo i nostri veri sentimenti, i nostri sogni inconfessati, le nostre recondite passioni.
Heimito Künstnel, con le sue trame sintetiche e le sue ritmiche lisergiche, ci conduce in una dimensione dimenticata, sminuzza ad una ad una ogni nostra emozione, smonta tutti i luoghi comuni iniettati nella nostra psiche, consentendoci di sentire dentro di noi la forza brutale, indomita e selvaggia della natura, il tocco amorevole e distruttivo del Sole e quel misterioso ciclo di fine e di rinascita che è l’assioma fondamentale dell’esistenza.
Un’elettronica pura e sensuale, contaminata da sonorità ambient, psichedeliche e krautrock, che guarda alla vera essenza dell’individuo, al di là dell’oscuro paternalismo che domina i tempi moderni, al di là di ogni formula scientifica, di ogni stupefacente tecnologia, di qualsiasi dogma religioso, di qualsiasi dottrina filosofica, di qualsiasi marchio che le multinazionali dell’apparenza e della forma imprimono sui nostri corpi e sulle nostre anime.
Questi sette brani sono immaginati e costruiti per spogliare gli ascoltatori delle loro verità asimmetriche, ovvero quella serie di nozioni, di teorie, di norme, imposte dall’esterno, per tenerci buoni ed allineati, per renderci schivi e diffidenti verso tutto ciò che non viene osannato ed amplificato dalla rete, tutto ciò che non viene veicolato e impacchettato dai social media, tutto ciò che non è acquistabile sulle piattaforme di e-commerce. A questo rumore artificiale, contagioso e mortificante, Heimito Künstnel contrappone il rumore naturale dei nostri pensieri, il rumore della sua creatività, il rumore percepito e quello prodotto dalle nostre menti e dai nostri cuori una volta che “Impala 64” sfonda i cancelli della realtà precostituita e da inizio ad un viaggio fantasioso, onirico ed introspettivo che ci renderà più liberi di scegliere e di nutrirci, finalmente, di tutto ciò che abbiamo attorno, senza più serpenti e mele proibite.
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